Cristoforo Colombo, l'uomo che scoprì il Nuovo Mondo

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    Cristoforo Colombo, come molte personalità di spicco nella storia umana, era italiano (anche l'Italia come la conosciamo noi non esisteva ancora...) e nacque nel 1451 a Genova, da una famiglia di piccoli commercianti tessili.
    In un periodo in cui le nuove tecniche di navigazione stavano portando le grandi potenze marittime come Portogallo e Spagna a spingersi sempre più in là nelle rotte commerciali, il giovane Colombo restò affascinato dalla vita di mare e già a 14 anni prestò il suo primo servizio su una nave mercantile.
    Durante la sua formazione come mercante ed esploratore, Colombo visitò parecchie località lontane, dall'Islanda all'isola di Madera (vicina all'Africa, anche se facente parte ancora del Portogallo)

    Un uomo dalle idee innovative

    Con il proseguire della sua carriera di commerciante e viaggiatore, Colombo iniziò a studiare molte cartine geografiche, profondamente incuriosito dalle zone di mare aperto ancora inesplorate.
    Mentre non era vero che la gente del tempo pensava ancora che la Terra fosse piatta (forse solo il popolo ignorante, ma tutti i colti e studiosi conoscevano perfettamente la forma del nostro pianeta), era invece autentica la paura per il "mare Oceano" (l'odierno Oceano Atlantico), una distesa d'acqua infinita dove si credeva che abitassero terribili mostri marini e accadessero catastrofici fenomeni naturali.
    Basandosi sui racconti di viaggiatori famosi (fu particolarmente colpito dal Milione di Marco Polo) e studiando le rotte più moderne, Cristoforo Colombo si convinse che attraversando l'Oceano si sarebbe potuto giungere direttamente in Asia, evitando così quegli scomodi viaggi di terra e aggirando i normali percorsi via mare sottoposti a tasse e dazi molto pesanti.
    Quando nel 1484 però portò la sua idea davanti al Re di Portogallo Giovanni II, questi rifiutò di fornirgli il necessario per organizzare una spedizione tanto avventata, poiché i suoi sforzi erano invece rivolti verso la circumnavigazione dell'Africa.
    Anche la regina di Castiglia, Isabella, declinò la proposta di Colombo, ritenendo che il viaggio sarebbe stato troppo lungo e pericoloso (nonché dispendioso!).
    Non dandosi per vinto, il navigatore genovese perfezionò i sui calcoli, stimando che il viaggio dall'Europa fino alle coste delle "Indie" poteva durare anche poche settimane.
    I sui conti erano clamorosamente sbagliati (la distanza era più di quattro volte superiore a quella prevista), ma alla fine riuscì comunque a convincere la regina Isabella, e dopo tanta fatica, il 3 agosto 1492, Colombo salpò dal piccolo porto di Palos alla volta dell'Asia con tre caravelle, la Niña, la Pinta e la Santa Maria.

    Il primo viaggio e la scoperta del "Nuovo Mondo"

    I primi intoppi non tardarono ad arrivare e già dopo pochi giorni la piccola flotte dovette fare scalo alle isole Canarie per alcune riparazioni. Il 6 settembre però, iniziò davvero l'avventura in "oceano aperto".
    La navigazione, ovviamente, fu più lunga e difficoltosa di quanto pronosticato da Colombo, che ebbe il suo bel da fare nel calmare il suo equipaggio, stressato dalla fatica e da strani eventi (bussole impazzite, cibo che spariva) e che fu più volte sul punto di ammutinarsi.
    Alla fine, l'ammiraglio Colombo promise ai marinai che se entro una settimana non si fosse avvistata la terraferma, sarebbero tornati indietro. Miracolosamente, il 12 ottobre 1492, dopo 36 giorni di traversata, fu avvistata la costa.
    Le tre navi sbarcarono sull'isola che Colombo ribattezzò San Salvador, anche se probabilmente ora tale isola fa parte delle Bahamas.
    La vegetazione, il territorio e gli indigeni che gli esploratori vi trovarono però non corrispondevano ai resoconti sulle Indie e Colombo, dopo numerosi viaggi nelle isole vicine per dimostrare di trovarsi nel Cipango (il Giappone), alla fine dovette arrendersi e ammettere che quella non era l'Asia.
    Senza le spezie né l'oro promesso ai suoi finanziatori, Colombo però volle ritornare in Spagna orgoglioso della sua scoperta, ma lasciò alcuni uomini sul posto, convinto di ritornare.

    Altri viaggi e la fine del sogno

    Nonostante il sostanziale insuccesso (si presentò solo con un po' di tabacco, dell'oro di bassa qualità e qualche pappagallo), Colombo riuscì a convincere la Corona spagnola a concedergli altre navi ed un equipaggio ancora più numeroso, così da poter esplorare le nuove terre e riportare in Europa grandi ricchezze.
    Alla seconda spedizione che toccò Cuba e i piccoli arcipelaghi circostanti, seguirono anche un terzo ed un quarto viaggio, che portarono Colombo a visitare le isole di Trinidad e la costa dell'America Centrale.
    Tuttavia non riuscì mai a trovare le ricchezze e le spezie che aveva vantato e al ritorno in Europa venne accusato del cocente fallimento e morì dimenticato nel 1506, a Valladolid.

    I meriti di Cristoforo Colombo gli vennero riconosciuti solo in seguito: certo, aveva completamente sbagliato i suoi calcoli, ma il coraggio e l'ostinazione della sua impresa aprirono una strada che nei successivi secoli porterà alla colonizzazione del Nuovo Mondo e alla scoperta di nuovi venti e percorsi marittimi!



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