Margherita

Fiore

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    Margherite: come coltivarle



    La margherita è uno dei fiori simbolo della primavera, nonché dell’amore: nell’immaginario comune, l’innamorato ne rimuove uno dopo l’altro i petali per sperare in una risposta dal fato. Comunissimo in Italia, tanto da crescere spontaneamente in quasi tutti i prati, può essere anche coltivato in giardino oppure in vaso?

    Sebbene in natura la margherita sia principalmente primaverile, in casa e con il giusto clima si può efficacemente farla fiorire per gran parte dell’anno. Di seguito alcuni consigli, da vagliare anche con il proprio vivaio di fiducia.

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    Cosa sapere prima di coltivare la margherita



    Con il termine margherita si può indicare il Leucanthemum vulgare oppure il Bellis perennis, quest’ultima anche conosciuta come la pratolina comune. Decisamente simili dal punto di vista botanico, fanno parte della famiglia delle Asteraceae.

    Il nome ha origine greca e deriva da “leukos”, ovvero bianco, e “anthemon”, cioè fiore: di conseguenza, il riferimento è ai candidi petali di questo vegetale. Caratterizzata per un’altezza variabile, dai 20 ai 90 centimetri, la pianta cresce spontaneamente in tutta l’area mediterranea e si caratterizza per una struttura diploide, poi per capolini dal centro giallo circondati da petali allungati bianchi. Le foglie hanno invece una forma allungata, con perimetro seghettato soprattutto in prossimità del suolo.

    Dal punto di vista climatico, le margherite si adattano ad ambienti mediamente temperati, comunque non al di sotto dei 10 gradi centimetri. Amano l’esposizione al sole per gran parte della giornata e temono gli eventi atmosferici più intensi, tra cui acquazzoni e grandine, data la delicatezza di foglie e petali. Il terreno ideale è quello ben drenato, ricco di sostanze nutritive anche da compost, dalla consistenza morbida e quasi sabbiosa. L’annaffiatura dipende molto dalla zona di residenza e dalle temperature raggiunte: pur non amando i ristagni d’acqua, è bene che il terriccio sia sempre lievemente inumidito. In primavera, soprattutto se piovosa, possono bastare i fenomeni meteorologici a provvedere alle esigenze del fiore. In estate, invece, il fabbisogno d’acqua può diventare praticamente quotidiano.

    Le necessità della pianta variano anche a seconda del luogo di coltivazione: all’aperto, ad esempio, terminata con l’autunno il ciclo di vita sarà necessario predisporre una buona copertura, per riparare la pianta dal gelo e dalle nevi in vista della successiva rinascita primaverile. In casa, invece, se vengono mantenute delle temperature attorno ai 15 gradi la pianta può fiorire quasi per tutto l’anno, anche se nei mesi centrali dell’inverno potrebbe comunque entrare in quiescenza.

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    Coltivazione in giardino e in vaso



    La margherita può essere agilmente coltivata sia in vaso che in giardino, qualora la sua crescita non fosse già spontanea. Come già accennato, molto importante sarà la predisposizione del luogo e degli adeguati ripari.

    Per la scelta del vaso, ci si affidi a un contenitore di sufficiente altezza – all’incirca una ventina di centimetri – e di adeguato diametro, sempre sui 20 centimetri. Sul fondo andrà predisposto un letto di cocci, ghiaia oppure palline d’argilla, così da agevolare il deflusso dell’acqua. Si riempie quindi con del terriccio morbido e dalla grana sottile, meglio se arricchito con del compost finemente tritato, lasciando pochi centimetri di margine libero sul vaso.

    La prima modalità di coltivazione è la semina: dal mese di febbraio, i semi si spargono a spaglio e poi vengono coperti da un sottilissimo strato di terriccio, da inumidire leggermente per creare una maggiore compattezza. Il vaso deve essere quindi mantenuto in un luogo tiepido fino all’apparizione dei germogli, mentre in giardino si dovrà pensare ad adeguati ripari. La seconda modalità è invece quella della talea, che permette di conservare le caratteristiche genetiche della pianta originaria: si procede tagliando una parte della pianta già esistente, normalmente da 10 centimetri, per ripiantarla dopo qualche giorno in acqua. La tecnica più diffusa, anche perché assicura risultati più immediati, rimane comunque quella della semina.

    Le richieste di cura potrebbero risultare importanti, soprattutto se la pianta si trova all’aperto. Per evitare gli effetti del gelo e del vento durante i mesi più freddi, utile sarà predisporre un riparo laterale in legno o in bambù, coperto superiormente da tessuti a trama stretta oppure da plastica da serra. In estate, invece, sono indicate le retine anti-grandine di protezione. Il terreno va inoltre frequentemente concimato, di norma qualche settimana prima dell’apertura dei fiori. Terminata la stagione, utile sarà anche ricoprire la base con foglie secche o paglia per mantenere un’adeguata temperatura del terriccio.

     
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