Magia e alchimia: parliamone un po'

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    Il Senzacuore

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    Nel momento stesso in cui ho visto la sezione "spiritualità" mi sono detto: devo fare un post in merito.
    Ora, partite dal presupposto che non sono un esperto; non pratico magia anche se mi è capitato in più contesti di fare esperienze che comunque possono essere accostate al sovrannaturale. Per tutta una serie di "coincidenze" è capitato che comunque venissi a conoscenza di alcuni concetti abbastanza "base" di queste discipline che hanno finito per rivoluzionare il mio modo di pensare. Anzi, in un contesto più filosofico, forse dovrei dire che l'hanno rimesso sulla retta via che mi appartiene già di suo, ma tant'è.

    Cos'è la magia? E' la prima domanda che deriva a chi approccia questi argomenti per la prima volta in vita sua.
    Iniziamo col rassicurare i cattolici praticanti che no, la magia non è l'arte di evocare il demonio dopo aver sacrificato qualche tenero e peloso animaletto (cosa che più che altro si tende a fare a Pasqua :P ).
    E no, cari amanti di Harry Potter e affini, la magia non è neppure l'arte di sparare palle di fuoco da posti abbastanza ambigui.

    La magia in una definizione generale può essere riassunta nella seguente frase:
    -La capacità di provocare mutamenti secondo volontà.

    Ora, in soldoni, cosa significa? Sapete come funziona il sistema nervoso? Mettiamo che io tocco una bella fetta di budino, okay? Bene, il mio dito tocca il budino, l'informazione viene inviata al cervello che dopo, di rimando, manda l'informazione giusta al dito facendoci sentire il "tatto". Pertanto il tatto in un certo senso non esiste veramente, è un senso che nasce come una rielaborazione di dati. Quindi ecco la domanda da un milione di dollari: e se non elaborassi queste informazioni? Se mi limitassi a far arrivare queste nozioni al cervello e basta?

    La magia fondamentalmente parte da questo concetto qui e genera tutta una serie di conseguimenti pratici. Come vedete quindi non si tratta di una cosa accostabile a una religione, non importa in cosa si crede o meno, si tratta più che altro di una sperimentazione del proprio io e del rapporto che si sviluppa poi con il mondo che ci circonda.

    Le origini della magia sono veramente, veramente antiche. Le prime riflessioni in merito sono scattate già ai tempi dei culti misterici greci tanto più che tanta della filosofia che viene spiegata a scuola, in realtà, la comprende fra i propri saperi e di più, ne sfrutta la simbologia. Nel tempo la filosofia greca grazie a un uomo chiamato Alessandro Magno finisce anche in Egitto, per la precisione ad Alessandria. E proprio ad Alessandria la religione e il misticismo egizi finiscono per intrecciarsi con la filosofia greca generando quello che sarà il germe dell'alchimia, dell'occultismo, dell'ermetismo e dello gnosticismo. E, dal raccordo di queste cose, una prima versione importante del cristianesimo delle origini.

    Ora, potrei dirvi molte altre cose perché comunque amo parlare delle mie modeste conoscenze (e dico davvero eh, ho solo sfiorato la punta dell'iceberg) ma il mio interesse qui è stabilire una discussione. Che ne pensate? Vi intriga? Siete in disaccordo?

    O magari ne sapete di più e volete correggermi? ;)

    Fatevi avanti dai e parliamone insieme, senza taboo e senza falsi moralismi però mi raccomando :P
     
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  2. Michiko5389
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    Mi sono concentrata sul discorso del sistema nervoso, ma non l'ho capito. :o:
    Parto dicendo che effettivamente sono domande che capita di farsi. Cioè, mi è capitato di chiedermi come mai le informazioni venissero elaborate in un modo piuttosto che in un altro, a livello cerebrale. Oppure se le vie che uniscono il sistema nervoso centrale e il mondo esterno fossero "univoche" o meno, cioè se uno stimolo esterno potesse generare risposte all'apparenza non collegate o viceversa.
    Forse neanche mi sono spiegata bene, ma sono una serie di domande che, per me, hanno sempre avuto un lato un po' mistico.
    Detto questo, non so se ho capito l'esempio pratico che hai fatto. Cioè, se le informazioni arrivano al cervello, ma non vengono elaborate, allora semplicemente credo che la sensazione del tatto non arriverebbe alla nostra coscienza. Sarebbe come avere i pezzi di un puzzle tutti sparsi, senza riuscire a vedere l'immagine che formano.
    E, ecco, qui non capisco dove starebbe la magia. O.o
     
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    Eh, funzionassimo così saremmo pc che vanno in crash ^^"

    Il fatto è questo: nel momento stesso in cui realizzi che il mondo come lo percepisci è una tua elaborazione dello stesso, allora per forza di cose devi fronteggiare la consapevolezza che la realtà non è affatto granitica come ci sembra.
    Un "assaggio" di questo puzzle senza immagine lo si ha in certi casi assumendo droghe. Con questo non sto incitando a prenderne eh, ma le sostanza stupefacenti interagiscono proprio con questo meccanismo qui. Approfondirò la questione successivamente magari, ma il succo è che ad un certo punto puoi diventare consapevole di come si attua questa "rielaborazione".
    Quindi riprendendo la tua analogia, okay, l'immagine che avevo si è scomposta in pezzi di puzzle e fin lì ci siamo. Però con la volontà puoi diventare capace di ottenere un'immagine diversa, che percepisce cose che prima non avevi percepito.
    Il Mito della Caverna di Platone, tanto per dire, parlava proprio di questa cosa qui. Noi siamo sul fondo della caverna e vediamo una proiezione di una finzione (le ombre delle statue). Liberarsi dalle "catene" (che sono i preconcetti) iniziamo ad allontanarci dalla nostra prigione. Ad un certo punto capiamo di essere stati ingannati dai nostri pregiudizi e anche dai nostri sensi e scopriamo che le ombre non solo non erano vere, ma erano proiettate da fantocci. Il passaggio successivo, che è il lato misterico del discorso di Platone che fa scomodo dire, è quello in cui il filosofo, ossia l'amante del sapere, esce dalla caverna e vede il mondo per com'è veramente.

    Insomma, interrompere le proprie percezioni per poi riprenderla in maniera conscia, consapevole, diretta, ti permette di esperire il mondo sotto una chiave nuova. Questa nuova "visione" delle cose ti permette di fare cose che da un punto di vista esterno possono sembrare impossibili o miracolose, ma è abbastanza ovvio che se cambio il mio punto di vista posso anche cambiare le mie interazioni. Faccio un esempio ancora più calzante, mettiamo che tu vedi un cerchio disegnato su un foglio. Lo puoi coprire con mano, ma non lo puoi spostare. Mettiamo ora che improvvisamente quello che ti sembrava un cerchio su un foglio diventa una sfera in tre dimensioni. Con quella ci puoi interagire: la puoi muovere e lanciare.

    Lo so, fa molto "cucchiaino" di Matrix, ma nei fatti è una verità che si può rintracciare in qualsiasi cultura di questa terra.
    Quella che si definisce "magia pratica" è la capacità di visualizzare quando ti pare e piace la sfera e di poterla spostare.

    Spero a questo giro di essere stato più chiaro. Un discorso più interessante su sistema e nervoso e droghe viene fatto da Castaneda nel libro "gli insegnamenti di Don Juan". Libro che consiglio solo e soltanto a chi è disposto a mettersi in gioco perché sconvolge abbastanza, ma insomma, spiega perfettamente questi argomenti qui ;)
     
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  4. Michiko5389
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    Adesso sì, è decisamente più chiaro. Grazie! :)
    Tutto sommato sei arrivato al punto che immaginavo io, cioè che la realtà che percepiamo è, appunto, condizionata dalla nostra percezione e potrebbe essere diversa in base al nostro modo di elaborare le informazioni. Di conseguenza potremmo essere in grado di "modificarla".
     
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    Esatto ;) quello è il concetto generale generale!
     
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4 replies since 11/12/2015, 22:34   61 views
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