Gustavo Adolfo Rol

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    Gustavo Adolfo Rol

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    CITAZIONE
    «Gustavo Rol è un uomo che Dio ha mandato fra di noi per renderci migliori» Franco Zeffirelli, 1987.

    «Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero» Cesare Romiti, 2000.

    «...un individuo dotato di poteri incredibili» Guido Ceronetti, 2002.

    «... una personalità fra le più sorprendenti del secolo» Alberto Bevilacqua, 2000.

    «... è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto» Roberto Gervaso, 1978.

    «Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c'è anche lui...» Vittorio Messori, 2002.

    «A l'incroyable Rol, qui ne sera croyable qu'après demain seulement» (All'incredibile Rol, che sarà credibile solamente dopodomani) Jean Cocteau (dedica).

    «Sono rimasto sbalordito, ma niente affatto sgomento: anzi, consolato ed arricchito» Valentino Bompiani.

    «A Gustavo Adolfo Rol che cammina come un illuminato sulla geografia dell'inconoscibile e della relatività» Pitigrilli (dedica).

    «Quell'uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei» Charles De Gaulle.

    «Al dottor Rol, con ammirazione per il suo lavoro ultra-umanitario» Vittorio Valletta (dedica).

    «Gustavo era un essere meraviglioso che manca a tutti noi e che ci ha lasciato esperienze incredibili, emozioni uniche e straordinarie...» Valentina Cortese, 2002.

    «...è l'uomo più sconcertante che io abbia incontrato. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene» Federico Fellini, 1964.

    «Religiosissimo, credo che appartenga al filone dei "santi laici" piemontesi, come Frassati e Savio...» Nico Orengo, 1994.

    «Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile... dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà» Dino Buzzati, 1965.

    «...sono certo che nei pochi attimi in cui i nostri sguardi si sono incrociati mi abbia trasmesso qualcosa di veramente importante: il dono della creatività» Umberto Tozzi, 2009.

    Gustavo Adolfo Rol (Torino, 20 giugno 1903 - Torino, 22 settembre 1994) è stato un Maestro Spirituale italiano del XX secolo, dotato di carismi o siddhi di straordinaria varietà ed estensione, non ancora accettati o comprovati dalla scienza ufficiale, ma in accordo con la tradizione spirituale di tutti i popoli.
    Le sue dimostrazioni sperimentali, prodotte quasi sempre in piena luce di fronte a persone di tutte le classi sociali e culturali, sia nella propria casa di Torino che in qualsiasi altro ambiente al chiuso o all'aperto, sono interpretate da centinaia di testimoni e da altri sostenitori come autentici fenomeni paranormali (che Rol chiamava semplicemente "possibilità"), mentre dai critici, composti quasi integralmente da non testimoni e da gruppi scettici di matrice spiccatamente ideologica, come illusioni prodotte con tecniche di prestidigitazione e in particolare di mentalismo.
    Durante la sua vita Rol cercò sempre un collaboratore scientifico con sufficiente apertura mentale e maturità spirituale in grado di assimilare il procedimento psicofisico necessario alla comprensione della meccanica dei suoi prodigi, conditio sine qua non per successivamente comprendere e quindi ricreare le premesse per una loro replica da parte di altri. Sfortunatamente, pur avendo mostrato i suoi esperimenti anche a numerosi scienziati (inclusi a quanto sembra Albert Einstein ed Enrico Fermi) non trovò nessuno con le caratteristiche da lui auspicate o semplicemente con il coraggio o il tempo o l'umiltà necessaria a sottostare alle sue premesse che non potevano scostarsi più di tanto dalle regole dell'Iniziazione. Per questo in una lettera pubblicata sul quotidiano La Stampa di Torino nel 1978 e indirizzata al giurista Arturo Carlo Jemolo (che lo aveva invitato dalle stesse colonne del quotidiano a sottoporsi a controlli scientifici) dichiarava:

    «Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono.»

    Oltre alla maturità di chi avrebbe dovuto collaborare con lui e poi creare un protocollo sperimentale applicabile alla ripetibilità di una parte della fenomenologia (in particolare gli esperimenti con le carte da gioco, usate come strumento matematico) la difficoltà di Rol era dovuta anche alle caratteristiche stesse del processo attraverso il quale tali esperimenti avrebbero dovuto sfociare in un esito positivo, ovvero uno stato di ispirazione simile a quello dei compositori che non poteva essere condizionato o vincolato da cause esterne che non fossero in sintonia con il suo stato di coscienza.
    Di qui il mancato incontro con la comunità scientifica, diventato poi irreversibile a causa delle insinuazioni prive di fondamento del giornalista Piero Angela che era stato accolto in due occasioni a casa di Rol per assistere ai suoi esperimenti. Durante gli incontri Angela, pur non nascondendo a Rol il suo pregiudizio scettico, non ebbe nulla da eccepire su quanto visto, ma successivamente in un libro pubblicato nel 1978 mise in dubbio l'autenticità dei fenomeni e di conseguenza l'onestà di Rol, affermando che senza il controllo di un prestigiatore poteva trattarsi di giochi di prestigio o di ipnotismo, ed omettendo di proposito alcuni episodi rivelatori (la lettura di un libro a distanza a Boston, presso un amico di Angela, da parte di Rol, che stava a Torino in collegamento telefonico, e la materializzazione della firma di Rol su carte e libretti di assegni che il giornalista aveva in tasca) che non necessitavano della presenza di un illusionista per rendersi conto della loro autenticità.
    Anni più tardi, in una intervista pubblicata su La Stampa, Rol dichiarerà senza nominarlo che Piero Angela «ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l'ha veduto fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col deliberato proposito di ditruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi fa pensare che egli in Dio non crede affatto, ma io lo attendo per quel giorno quando mi incontrerà nell'Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l'avere, con il suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla Scienza».
    Nello stesso periodo, sempre su La Stampa, Rol scriveva al fisico Tullio Regge, anche lui invitato a casa sua per assistere agli esperimenti (dopo un primo incontro a casa della famiglia Olivetti), e anche lui rimasto scettico (Regge tre anni più tardi sarà proprio con Angela tra i fondatori del C.I.C.A.P.):

    «Se un giorno non Le avessi mostrato alcuni miei modestissimi esperimenti, non mi sarei permesso di scriverLe questa lettera. Ricordo come cercai di provarle che esistono fenomeni fuori della norma ove la materia stessa è chiamata in causa e non dipendono soltanto da una particolare disposizione della psiche. (...) Quel rapporto della mente col meraviglioso al quale accennavo verrebbe immediatamente turbato col risultato facilmente intuibile: la distruzione in partenza dell'esperimento. (...) Lei ha veduto da me cose che ho definito modestissime eppure affermo che nessun prestigiatore, anche il più capace sarebbe stato in grado di ripeterle. Per chi mi conosce profondamente e sa come mi comporto ed agisco, è comprensibile che questo tipo di controlli è inutile, anzi inopportuno. Non un prestigiatore, ma un Ricercatore è opportuno. Egli è portato a sostituire con l'interesse e la collaborazione ogni eventuale sua diffidenza. Non è difficile comprendere ed ammettere che nello sviluppo di una collaborazione, ogni forma di controllo, anche la più minuziosa, viene ad essere spontaneamente esercitata. La presenza poi di un Ricercatore rotto a queste esperienze offre la maggior garanzia ai fini di un risultato positivo. Va tenuto in considerazione che io agisco sempre d'impulso in uno stato d'animo che mi viene improvviso e che non so spiegare. È così che ho sperato che fosse proprio la Scienza ad aiutarmi a riconoscere e codificare queste mie sensazioni che sono certo ogni uomo possiede, e sarà la Scienza stessa a rivelare queste facoltà e promuoverle in tutti gli uomini ... »

    Quando Rol era in vita, dunque, non fu possibile alcuna sperimentazione scientifica, per la distanza all'epoca incolmabile tra due mondi lontani, la metodologia scientifica classica (peraltro scossa nel corso del XX secolo dai principi e dalle nuove regole della meccanica quantistica, dalle teorie della complessità e da altre teorie legate alla biologia...) e quella che si potrebbe definire la metodologia iniziatico-spirituale ortodossa, antica di millenni.
    Stando a Rol tuttavia questi due mondi in futuro si incontreranno.

    Biografia

    Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 da famiglia agiata. Il padre, Vittorio, è un avvocato che nel 1909 è incaricato di aprire e dirigere la sede di Torino della Banca Commerciale Italiana, la madre è Martha Peruglia, figlia del Presidente del Tribunale di Saluzzo. Suo cugino Franco Rol, sarà un affermato industriale chimico e pilota automobilistico.
    Rol cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, entrando in relazione con vari artisti ed iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica.
    Nel 1923 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laureerà nel 1933. Sia la scelta del corso universitario, sia la carriera bancaria che intraprende nel 1925 avvengono per adeguamento alle tradizioni familiari. Rol fa pratica presso le filiali della Comit in giro per l'Europa: Marsiglia, Parigi, Londra, Edimburgo e successivamente Casablanca e Genova, sono le città in cui vive e lavora.
    Si sposa nel 1930 a Torino con Elna Resch-Knudsen, una indossatrice norvegese imparentata con il Re di Norvegia e conosciuta a Parigi nel 1927, con la quale non ebbe figli ma rimase unito per oltre 60 anni.
    Poche settimane dopo la morte del padre, nel 1934, lascia la carriera bancaria e si ritiene che in questo periodo fino almeno al 1939 viaggi molto e passi lunghi periodi tra Parigi (dove ottiene una laurea in Biologia medico-clinica) e Londra (dove invece si laurea in Economia).
    Il 14 settembre 1942, durante la Seconda Guerra mondiale, inaugura a Torino un negozio di antiquariato, interesse coltivato sin da ragazzo che diventerà la sua fonte di reddito principale fino agli anni '60. Dagli anni '70 in poi si dedicherà prevalentemente ad un'altra sua passione giovanile, la pittura, dipingendo soprattutto vasi di rose e paesaggi autunnali o invernali della campagna piemontese. Il gusto del bello e dell'arte – che trovava espressione anche nella elegante dimora torinese – era completato dalla sensibilità musicale che ne faceva un buon interprete al pianoforte e al violino (durante il soggiorno a Marsiglia (1925-1926) per guadagnare qualche soldo extra oltre all'impiego in banca, suonava il violino nei cinema come accompagnamento dei film muti).
    Alla fine degli anni '40 o all'inizio dei '50 racconterà alla scrittore Dino Segre, in arte Pitigrilli, di avere incontrato proprio nel periodo di Marsiglia un personaggio, originario della Polonia, che gli avrebbe mostrato di sapere fermare con la forza di volontà l'orologio della Borsa, e poi anche alcuni strani "giochi" con le carte e che, inizialmente scettico sull'esistenza di Dio, si convertirà e si ritirerà in un convento dell'Alta Savoia dopo aver assistito con lo stesso Rol a una guarigione a Lourdes. Anche in seguito a questo incontro Rol avrebbe approfondito ulteriormente i suoi studi spirituali ed elaborato una teoria di carattere metafisico sull'associazione tra suoni, colori e altri elementi.
    Vi è però un'altra versione dei suoi "inizi". Contemporaneo a quello di Pitigrili e forse anteriore è il racconto fatto nel 1951 al giornalista Furio Fasolo di Epoca, il quale scrive:

    «Un pomeriggio, durante una peregrinazione nei dintorni di Marsiglia, fu colpito dalla vista di uno stupendo arcobaleno. Ma la seguente osservazione l'impressionò: ogni qualvolta distoglieva lo sguardo dall'arcobaleno, egli rammentava non già tutti i colori dell'iride, ma bensì il solo verde: la tinta che risaltava nel centro. Si domandò se un portentoso significato segreto si nascondesse nel colore verde. Di qui, egli mi disse, ebbero inizio i suoi studi: prima nei campi della fisica, dell'ottica e dell'acustica, poi nella sfera di fenomeni misteriosi (...).
    [Mi disse inoltre:] "Io ormai avevo sviluppato in me stesso alcune sensibilità del tutto eccezionali: tra le altre, la capacità di sentire e distinguere, tramite il palmo delle mani, le vibrazioni dei colori".»

    Quasi trent'anni dopo ne scriverà di suo pugno un'altra, poi pubblicata dal giornalista Renzo Allegri sulla rivista Gente nel 1977[26] e fornendo altri dettagli al giornalista Luigi Bazzoli per un articolo su La Domenica del Corriere due anni più tardi dove affermava di avere iniziato da solo nel 1925 a Marsiglia, a cercare di scoprire il colore delle carte da gioco dopo essere passato davanti alla vetrina di un tabaccaio, dove c'erano due mazzi esposti, uno col dorso in evidenza e l'altro no. Rol si chiese quale potesse essere il colore dell'altro mazzo e dopo aver deciso che poteva essere il giallo entrò per comprare i mazzi, ma rimase deluso nello scoprire che il mazzo col dorso coperto era nero. A partire da quel momento, per due anni consecutivi e ossessivamente, tentò e ritentò di indovinare i colori delle carte, fino a quando cominciò ad indovinarne in progressione un numero sempre maggiore, giungendo ad indovinare tutte e 52 le carte di un mazzo il 28 luglio 1927, a Parigi, dopo aver scoperto che ponendo la sua mano a poca distanza dalla carta poteva percepire una sensazione di calore differente a seconda che il seme della carta fosse rosso o nero. Quel giorno scrisse sulla sua agenda di lavoro:

    «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!».

    In altre occasioni fornirà ulteriori chiarificazioni, come ad esempio nel 1987 alla giornalista Paola Giovetti:

    «Cominciai con le carte: perché non doveva essere possibile conoscere il colore di una carta coperta? Provai e riprovai, ma per molto tempo senza risultati. Poi un giorno guardando un arcobaleno ebbi la folgorazione: mi resi conto che il verde era il colore centrale, quello che teneva uniti gli altri. Misurai la vibrazione del verde e scoprii che era la stessa della quinta musicale, e che corrispondeva a un certo grado di calore. Così cominciai a indovinare esattamente le carte e, a poco a poco, a fare tutte le altre cose...»

    Da quel giorno del 1927 attraversa una crisi esistenziale, fino al punto di ritirarsi nel 1928 presso la casa religiosa Villa Santa Croce, a San Mauro Torinese, prendendo licenza dalla banca.
    Rol si trovò al bivio se prendere gli abiti sacerdotali oppure vivere nel mondo con la sua nuova personalità spirituale. Per una via del tutto originale era pervenuto a quello che in Oriente è conosciuto come Risveglio, ma all'inizio non fu facile.
    Fu assistito e consigliato dal padre gesuita Pietro Righini, direttore di Santa Croce, ma secondo quanto lui stesso raccontò fu la madre Marta a convincerlo che poteva essere utile al suo prossimo anche in abiti civili, e così pose termine al ritiro, durato tre mesi, ed iniziò il suo originalissimo apostolato, tenendo sempre come punto di riferimento la figura e l'insegnamento del Cristo.
    A partire dagli anni trenta la sua fama si diffonde nei circoli dell'aristocrazia, della cultura e della politica. Gli si attribuiscono incontri con personaggi del mondo della politica tra cui Benito Mussolini, Charles De Gaulle, John Fitgerald Kennedy, la regina Elisabetta II, Giuseppe Saragat, Re Umberto di Savoia, Maria José di Savoia, papa Pio IX e molti altri, così come dello spettacolo, dell'arte (tra cui Pablo Picasso e Salvador Dalì) e della scienza (tra cui i già menzionati Einstein e Fermi), in alcuni casi non ancora documentati. Sono invece accertate, tra le altre, l'amicizia con Federico Fellini (il quale a partire dagli anni '60 si consulterà spesso con Rol per ogni suo nuovo film), Franco Zeffirelli, Valentina Cortese, Cesare Romiti, Dino Buzzati, Guido Ceronetti, e la frequentazione della famiglia Agnelli. Tuttavia Rol mantiene sempre un profilo riservato e appare raramente in pubblico (non ha mai concesso interviste televisive, in sole due occasioni è intervenuto telefonicamente in diretta – ma non in video – in due trasmissioni della rete pubblica RAI, nel 1983 o 1984 a Blitz condotta da Gianni Minà, dove Rol ha risposto ad alcune domande del giornalista e nel 1987 a Domenica In condotta da Raffaella Carrà, dove ha fatto un appello affinché i giovani di tutto il mondo chiedessero ai governanti delle due superpotenze di allora, Stati Uniti ed Unione Sovietica, di arrivare alla creazione degli "Stati Uniti del Mondo").
    Negli ultimi anni di vita cercherà qualcuno a cui affidare le sue memorie, ma senza successo, limitandosi a lasciare agli amici e a qualche giornalista i frammenti separati dei suoi segreti.
    Muore il 22 settembre 1994 all'ospedale San Giovanni Battista "Molinette" di Torino. Le sue ceneri riposano nella tomba di famiglia a San Secondo di Pinerolo.


    Rol durante la seconda guerra mondiale

    In qualità di capitano degli alpini partecipa alla seconda guerra mondiale ed è ricordato per aver salvato molte persone durante i rastrellamenti nazisti subito dopo l'8 settembre. Per questo ricevette, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale, una lettera di ringraziamento datata 3 maggio 1945 da parte del sindaco di San Secondo di Pinerolo, dove i Rol possedevano una casa di campagna che frequentavano soprattutto nel periodo estivo. Fu soprattutto qui che Gustavo salvò da sicura fucilazione da parte dei nazisti molti civili, barattando la loro grazia in cambio della riuscita di esperimenti che faceva quasi ogni sera per gli ufficiali tedeschi, che avevano posto il loro quartier generale proprio a casa dei Rol. Raccontò che in alcuni casi, oltre agli esperimenti, aveva salvato la vita a degli innocenti prendendo di sospresa, magari in mezzo alla strada, l'ufficiale responsabile nel dirgli cosa conteneva il cassetto del comodino della sua casa a Düsseldorf, o a un altro il contenuto di lettere private nella sua scrivania a Berlino. Uno di questo fatti è stato anche confermato da Gemma Castino Prunotto figlia di una amico di Rol di quell'epoca, il quale ne era stato un testimone diretto.
    Quale ulteriore testimonianza di gratitudine dei sansecondesi dopo la guerra venne intitolata alla famiglia Rol una via del paese, e nel 2005 a Gustavo Rol una piccola piazza.


    La questione dei presunti "fenomeni paranormali"

    La prima pubblicazione a larga diffusione in cui si parla di Rol risale al 1949, un articolo sul quotidiano La Stampa della giornalista Laura Bergagna che era stata testimone del tragico incidente aereo in cui perse la vita il conte Giorgio Cini in Costa Azzurra. Rol aveva previsto l'incidente e aveva pregato in tutti i modi Cini di non partire con l'aereo, facendo la sera precedente una seduta di esperimenti per dissuaderlo, ma senza successo. In numerosi altri articoli successivi, venivano dati ulteriori dettagli. L'episodio di precognizione è indubitabile, perché confermato da altri testimoni come André Sella, il proprietario dell'Hotel Du Cap scenario degli eventi, e dalle sue due figlie, Jolande e Antoinette.
    Meno di due anni più tardi, nel 1951, il settimanale Epoca dedicherà il primo – e uno dei pochi – servizi su di lui, e successivamente nel 1965, il noto scrittore Dino Buzzati, l'autore de "Il deserto dei Tartari" (uno dei 100 libri del secolo secondo un sondaggio di Le Monde) racconta in un lungo articolo sul Corriere della Sera la sua partecipazione a una sessione di esperimenti a casa di un'amica di Rol, che poi frequentò assiduamente. Alla fine degli anni '60 altri articoli comparvero su Il Resto del Carlino e all'inizio degli anni '70 su La Stampa, ma la notorietà, per decisione dello stesso Rol, arriverà solo nel marzo 1977, quando aveva già 74 anni, con l'accettazione della pubblicazione di 5 puntate a lui dedicate sul settimanale Gente, a firma del giornalista Renzo Allegri. "A firma" nel senso più letterale, dal momento che la condizione di Rol fu che gli articoli li avrebbe scritti lui, per evitare qualsiasi tipo di errore o fraintendimento, visti alcuni precedenti che lo avevano particolarmente deluso.
    L'anno seguente Allegri trasformerà quegli articoli in un capitolo dedicato a Rol in un suo libro, e nel 1986 amplierà ulteriormente questo materiale con foto e brani da altre fonti facendone la prima biografia su Rol.
    Si trattava però di una biografia non autorizzata, e Rol ne fu particolarmente amareggiato, principalmente per il carattere sensazionalista, ma anche per altre fondate ragioni. Fu l'unico libro su di lui pubblicato quando era in vita.
    Oltre ai giornalisti, tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta studiosi di parapsicologia lo avevano incontrato e invitato poi a sottoporsi ad esperimenti controllati dalle pagine delle riviste Metapsichica (1966-1970) e Quaderni di Parapsicologia (1970), ma senza molto successo, viste le premesse già riferite in precedenza. Peraltro, pur Rol accettando di incontrare questi studiosi, dichiarava apertamente di non aver nulla a che vedere con la parapsicologia:

    «Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo...».

    Tutti gli studiosi che incontrarono Rol, anche se non ottennero le condizioni richieste per la sperimentazione, scrissero delle relazioni precise, con dovizia di particolari, dei loro incontri, ammettendo già al primo incontro il loro sbalordimento e confessando che probabilmente Rol era uno dei più dotati "soggetti" della storia della parapsicologia. Scrissero entusiasticamente di lui Nicola Riccardi, Piero Cassoli, Massimo Inardi (il campione di Rischiatutto), Giorgio di Simone, Gastone de Boni (l'allievo e continuatore di Ernesto Bozzano), Leo Talamonti e altri. Tra tutti, uno solo manifestò successivamente scetticismo: Piero Cassoli, che nel 1987, venti anni dopo aver assisitito agli esperimenti di Rol, descritti in maniera positiva in una relazione del 1970, sentì il peso della accumulata frustrazione per non averlo più potuto incontrare, vedendo sfumare i suoi sogni di ricercatore, e scrisse una relazione dubbiosa. Oggi gli scettici fanno notare che anche un parapsicologo dubitò di Rol, ma ignorandone o occultandone le circostanze, come dimostrato da Franco Rol. I dubbi di Cassoli, condivisi anche da quei pochi altri scettici, erano dovuti al fatto che "dal momento che Rol rifiuta i controlli scientifici, ne consegue che potrebbe nascondere qualcosa, ovvero essere un illusionista", una logica semplicistica che presenta la comodità di non affrontare seriamente la questione.
    Ad ogni modo, dalle varie testimonianze e dai resoconti dei cronisti, emergeva la figura di un uomo incredibile, fuori dal tempo, apparentemente dotato di poteri illimitati (telepatia, chiaroveggenza, precognizione, bilocazione, traslazione, viaggi nel tempo, levitazione, elasticità del corpo, telecinesi, materializzazione e smaterializzazione di oggetti, attraversamento di superfici, folgorazione e altri) che viveva una vita riservata, immerso nella ricerca della conoscenza, circondato da libri, enciclopedie e pregevoli oggetti di antiquariato, in una casa-museo ricca di cimeli napoleonici (Rol era infatti un estimatore dell'imperatore francese).
    Inoltre Rol frequentava assiduamente gli ospedali dove spesso in forma anonima portava sollievo sia psicologico che spirituale alle persone che ne avevano più bisogno. A seconda dei casi, poteva anche intervenire con i suoi poteri terapeutici, dal grado più semplice che era costituito da una azione antidolorifica, ai gradi più elevati come l'eliminazione di tumori. Ad esempio, un caso ancora poco conosciuto perché Rol non voleva che fosse pubblicizzato ha visto protagonista il regista Federico Fellini. Ecco cosa scrive Franco Zeffirelli nella sua autobiografia:

    «La ragione per cui in un primo tempo avevo esitato a contattare Rol, era un episodio capitato a Federico Fellini, che avevo trovato piuttosto inquietante. Rol aveva consigliato a Fellini di abbandonare il progetto del film al quale stava lavorando, II Viaggio di Mastorna, una rielaborazione, al modo di Fellini, dell'Inferno dantesco. [Fellini tuttavia era contrario e voleva portarlo avanti, fino a quando nell'aprile 1967...] Dovettero ricoverarlo e gli esami clinici accertarono che aveva una massa di tessuti cancerosi allo stomaco. (...) Dal momento in cui Fellini annunciò pubblicamente di rinunciare al film, (...) cominciò a star meglio. E gli esami radiologici dimostrarono un evidente miglioramento finché, in un paio di settimane, il tumore era praticamente scomparso. Il produttore Dino De Laurentiis, che era uno di poche parole ma di molti fatti, si infuriò, e fece causa a Fellini con feroce accanimento, cercando di screditare il regista con l'affermazione che i raggi X originali, da cui risultava il male, erano di qualcun altro: un trucco infame, sosteneva De Laurentiis. I medici erano sorpresi quanto lui, e non seppero spiegare il mistero della scomparsa del tumore. Le lastre però eran lì, a dimostrare che il tumore era realmente esistito e poi era scomparso. E le lastre, fu dimostrato, erano di Federico e non di qualcun altro.»

    In questo come in altri casi, Rol agiva a distanza, non aveva cioè bisogno di essere al capezzale del malato per guarirlo. Quando questo invece avveniva, poteva agire o con l'imposizione delle mani sulla parte del corpo malata, che veniva sanata o immediatamente o dopo qualche azione ripetuta, oppure con quelli che Rol chiamava "soffioni verdi", soffiava cioè in maniera intensa e ripetuta sulla parte malata ottenendo lo stesso effetto.
    Poteva inoltre percepire l'Aura intorno al corpo umano, che gli permetteva di diagnosticare eventuali malattie a seconda dei colori, ovvero delle frequenze, emesse dai vari organi. E poteva anche mettere altri in condizione di avere la stessa percezione, come anche di realizzare i suoi stessi esperimenti.
    Le dichiararazioni entusiastiche su Rol sono centinaia, e sarebbero migliaia se tutti coloro che lo conobbero avessero concesso interviste o lasciato per iscritto la loro testimonianza. A titolo meramente rappresentativo, oltre alle opinioni degli studiosi di parapsicologia che sono state citate in nota, ecco cosa scrisse Federico Fellini in un suo libro del 1980:

    «Ciò che fa Rol è talmente meraviglioso che diventa normale; insomma, c'è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui le chiama "giochi", nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente.
    Com'è Rol? A chi assomiglia? Che aspetto ha? È un po' arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l'eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta sanno anche scherzare con gli allievi e fingono piacevolmente ad interessarsi ad argomenti quasi frivoli. Ha un comportamento garbato, impostato a una civile contenutezza contraddetta talvolta da allegrezze più abbandonate, e allora parla con una forte venatura dialettale che esagera volutamente, come Macario, e racconta volentieri barzellette. Credo che la ragione di questo comportamento – a volte ha il buon umore chiassoso di un viaggiatore di commercio che ha deciso di intrattenere i compagni di viaggio – sia nella sua costante e previdente preoccupazione di sdrammatizzare le attese, i timori, lo sgomento che si può provare davanti ai suoi traumatizzanti prodigi di mago. Ma, nonostante tutta questa atmosfera di familiarità, di scherzo tra amici, nonostante questo suo sminuire, ignorare, buttarla in ridere per far dimenticare e dimenticare lui per primo tutto ciò che sta accadendo, i suoi occhi, gli occhi di Rol non si possono guardare a lungo. Son occhi fermi e luminosi, gli occhi di una creatura che viene da un altro pianeta, gli occhi di un personaggio di un bel film di fantascienza.
    Quando si fanno "giochi" come i suoi, la tentazione dell'orgoglio, di una certa misteriosa onnipotenza, deve essere fortissima. Eppure Rol sa respingerla, si ridimensiona quotidianamente in una misura umana accettabile. Forse perché ha fede e crede in Dio. I suoi tentativi spesso disperati di stabilire un rapporto individuale con le forze terribili che lo abitano, di cercare di definire una qualche costruzione concettuale, ideologica, religiosa, che gli consenta di addomesticare in un parziale, tollerabile armistizio la tempestosa notte magnetica che lo invade scontornando e cancellando le delimitazioni della sua personalità, hanno qualcosa di patetico ed eroico.
    I "giochi" di Rol sono uno spettacolo tonificante per chiunque lo accosti con una vera disponibilità. Cioé con l'innocenza di un bambino o con il sostegno di una scienza non rigida, aperta, che non si metta in conflitto con le forme inattese della verità. Il che è anche più bello, certo più generoso. (...)
    Rol è un personaggio fuori della misura abituale di coloro che operano nel campo della parapsicologia.»

    Non tutti però erano disposti a credere a queste testimonianze. Come già riferito, il giornalista Piero Angela nel 1978 mise in dubbio l'autenticità degli esperimenti a cui aveva assisito, così come in seguito lo scienziato torinese Tullio Regge, entrambi concordi sul fatto che solo un esperimento effettuato in condizioni di controllo, con la presenza di un prestigiatore per evitare la possibilità di un trucco, e replicabile, avrebbe consentito di accertare la reale natura paranormale dei fenomeni che si producevano con Rol.
    Come è già stato detto però, tali premesse metodologiche si scontravano con quelle di Rol, il quale peraltro non era prevenuto nei confronti degli illusionisti, nonostante la falsa diceria messa in giro dai più scettici che si rifiutasse di incontrarne. Ne ha ospitati a casa sua almeno 5, tra cui due famosi professionisti, ma solo a titolo amichevole, ovvero a prescindere dal fatto che si occupassero di illusionismo. Per Rol contavano infatti le persone, non le professioni.
    La testimonianza forse più decisiva, su questo fronte, è quella di Carlo Buffa di Perrero, perché ebbe modo insieme al padre di verificare in più occasioni l'autenticità degli esperimenti di Rol.
    Buffa di Perrero si occupa di turismo, ma sin da bambino ha la passione dei giochi di prestigio, che era anche quella del padre Ermanno Buffa di Perrero, pluridecorato per meriti bellici e civili, e direttore del Club Alpino Italiano.
    Le famiglie Rol e Buffa avevano occasione di incontrarsi frequentemente, o a Cavour, antica residenza dei conti di Perrero, o a Torino. E in tali occasioni, soprattutto negli anni '60 e '70 quando Carlo era giovane, Rol faceva i suoi esperimenti come di consueto, e Carlo tentava di scoprire il trucco, come ha raccontato più volte, senza mai trovarlo.
    I Buffa furono inoltre tra i promotori e fondatori del futuro Circolo Amici della Magia di Torino, il più noto club di illusionisti italiano.
    Ermanno vi introdusse tra l'altro Elio De Grandi, che poi prenderà il nome d'arte Alexander, che negli anni '80 conoscerà Rol, anche se non per suo tramite, ma attraverso la cugina Elda Rol (moglie del pilota Franco Rol) all'epoca assidua giocatrice di bridge e promotrice di tornei.
    Anche Alexander in più occasioni ha parlato positivamente di Rol, sebbene a differenza dei Buffa ha dichiarato di non aver assistito agli esperimenti. Ha però testimoniato direttamente un episodio di chiaroveggenza e ha conosciuto diverse persone degne di fiducia che gli hanno raccontato episodi così chiari dal punto di vista del loro svolgimento, da portarlo a propendere per la autenticità della fenomenologia di Rol.
    L'altro illusionista professionista ad aver conosciuto Rol è Tony Binarelli, che fu invitato una sera a casa sua e assistette alla materializzazione di un acquerello senza riscontrare alcun tipo di manipolazione.
    Infine, degna di nota in questo ambito la testimonianza del prof. Giuseppe Vercelli, psicologo e prestigiatore amatoriale, il quale assistette ad alcuni esperimenti con le carte senza che Rol fosse informato del suo hobby e che fosse socio del Circolo Amici della Magia. Vercelli ha dichiarato, senza alcuna ombra di dubbio, che Rol non toccava le carte, facendole maneggiare solo ai presenti, cosa che sarebbe impossibile per un prestigiatore. La sua testimonianza coincide con quella di altre decine di persone, che pur non conoscendo i trucchi degli illusionisti hanno la certezza dell'autenticità di questi esperimenti soprattutto per tale motivo, tanto più che molto spesso i mazzi venivano portati da loro ed erano ancora nuovi e sigillati, e in certi casi persino in luoghi distanti da Rol, che realizzava gli esperimenti per telefono. Come ha dichiarato Alexander, «se le condizioni riferite da decine di testimoni sono proprio quelle» (ovvero, Rol non toccava le carte), «allora nessun prestigiatore sarebbe in grado di riprodurre gli esperimenti di Rol» con le carte.
    L'esperto di mentalismo Aroldo Lattarulo, in una sua pubblicazione del 2014, analizza le pretese dei detrattori di spiegare la fenomenologia di Rol con l'illusionismo arrivando alla conclusione che vi siano troppi elementi che contraddicono questa ipotesi, propendendo invece a considerare Rol e le sue ragioni come autentiche. Franco Rol, un cugino di Gustavo che ha conosciuto piuttosto bene sin da bambino, curatore di un sito a lui dedicato e autore di due studi approfonditi, ha portato all'evidenza dei ricercatori che vi sarebbe un precedente agli esperimenti di Rol con le carte (che lui considerava l'ABC delle sua fenomenologia) che fornirebbe la prova del nove della loro autenticità, oltre a parametri complementari che permetterebbero altresì di comprenderne la dinamica. Ha fatto anche notare che tali esperimenti sono fondamentali per capire le sue altre "possibilità" (49 secondo la sua classificazione), perché rivelerebbero una struttura di carattere matematico in stretta relazione con il sistema nervoso degli esseri viventi.
    Dopo la morte di Rol sono proliferate le biografie, gli articoli e le trasmissioni televisive, a cominciare da Stargate su La7 nel 2001 e 2002, e raggiungendo il culmine in occasione del centenario della nascita, nel giugno 2003, quando gli fu dedicata una puntata della trasmissione Porta a Porta su Rai Uno e il quotidiano La Stampa gli riservò numerosi articoli e pagine intere.
    Il 28 marzo 2007 il giornalista Corrado Augias dedicò a Rol una puntata della sua trasmissione Enigma, così come il 26 dicembre dello stesso anno fece Gianni Minoli per la sua trasmissione La storia siamo noi.
    Nel 2008 History Channel ha trasmesso a più riprese un documentario dedicato a Rol prodotto e diretto da uno dei figli di Mike Bongiorno, Nicolò (Rol. Un mondo dietro al mondo), mentre il programma Voyager condotto da Roberto Giacobbo ha mandato in onda il suo servizio più lungo su Rol nel gennaio 2013, dopo avergli dedicato brevi spazi in occasioni precedenti.
    Sono attualmente allo studio vari progetti per trasporre l'affascinante storia di Rol in opere cinematografiche, teatrali e televisive.


    Il pensiero

    Il pensiero di Rol può riassumersi sinteticamente abbastanza bene in queste parole di Dino Buzzati:

    «Rol dichiara di non essere un medium. Rol, cattolico convinto, non crede che l'anima dei morti possa tornare fra noi e manifestarsi. Crede che, all'atto della morte, l'anima torni alle origini, ma sulla terra possa restare un quid, chiamiamolo pure "spirito", cioè la carica di vitalità e di intelligenza che l'uomo trasmise alle sue opere. Questo "spirito" può, in determinate circostanze, ripetere cose che aveva fatto durante la vita, non mai creare qualcosa di nuovo o rivelare i segreti dell'aldilà. Il Ravier che tra poco dovrebbe dipingere...non è l'anima del defunto pittore bensì quella parte spirituale di lui che fu spesa su questa terra e che qui continuerà a esistere anche fra cento milioni di anni.»

    Il quid di cui parla Buzzati, Rol lo ha definito "spirito intelligente", ed è analogo al "residuo psichico" di cui parla la tradizione metafisica, come ben spiegato da René Guénon.
    Ma ecco come Rol stesso spiega di cosa si tratta:

    «Ogni cosa ha il proprio spirito le cui caratteristiche stanno in rapporto alla funzione della cosa stessa. Quello dell'uomo però è uno "spirito intelligente" perché l'uomo sovrasta ed è in grado, per quanto lo riguarda, di regolare, se non di dominare, gli istinti che sospingono incessantemente tutto ciò che esiste e si forma. Questa prerogativa dell'uomo è sublime e tale la riconosce nel preciso istante che egli la percepisce. Ho definito coscienza sublime ogni impegno volto a raggiungere, sia pure attraverso la materia, dimensioni fuori della consuetudine. Ammesso che la genialità faccia ancor parte dell'istinto, i prodotti della genialità appartengono invece a quella libertà di creare che è prerogativa dello "spirito intelligente" dell'uomo, quindi ben oltre l'istinto stesso. Questa considerazione sarebbe sufficiente a comprendere l'esistenza dell'anima la quale si identifica poi in quell'armonia universale alla quale contribuisce e partecipa. Quando mi venne chiesto di esprimere il mio pensiero a proposito della medianità e dello spirito non ho esitato a rispondere che ogni individuo possiede un certo potenziale di medianità. Sul significato di questa parola però ho posto delle riserve di ordine etico e biologico. Per quanto riguarda lo spiritismo, invece, mi trovai in perfetta collisione e collusione e ciò proprio a causa dello "spirito intelligente". Con l'arresto di ogni attività fisica - la morte del corpo - l'anima si libera ma non interrompe la propria attività. Lo "spirito intelligente", invece, rimane in essere e anche operante.»

    L'altra nozione chiave del pensiero di Rol è quella di "coscienza sublime" a cui fa cenno nel brano citato. Un amico di Rol, Pierlorenzo Rappelli, riferiva negli anni '60:

    «Egli asserisce di fare esperimenti di "coscienza sublime" ed aggiunge che la "coscienza sublime" è una tappa avanzata sulla strada della conoscenza dell'anima, oltre quella sfera dell'istinto esplorata da Freud.»

    In diverse occasioni Rol fornisce altre indicazioni. Ecco degli estratti:

    «La "Coscienza Sublime" non è una religione e neppure una scienza. Se vuole può considerarla, sotto un certo aspetto, come una filosofia. In ogni caso è una tappa raggiunta sulla strada della conoscenza dell'anima. Alla "Coscienza Sublime" si accede attraverso una vera e propria iniziazione, dove l'esistenza di Dio, la sopravvivenza dell'anima e l'assenza di qualsiasi speculazione morale e materiale formano la base di tutto l'edificio».

    «Lo stato di coscienza sublime è l'unione con l'Assoluto, un Tutto, un'interezza senza separazione alcuna.»

    «Quando si entra nella sfera della "Coscienza Sublime" tutto diventa possibile».

    Franco Rol ha messo in relazione la "coscienza sublime" con lo stato più alto della coscienza così come riferito da varie tradizioni spirituali, come ad esempio il nirvana e il samadhi della tradizione indù, il fana'a di quella islamica o il satori di quella zen. Da anni sostiene inoltre che la "legge" che Rol scoprì nel 1927 è riconducibile alla metafisica e alla pratica dello yoga. Ha anche sempre insistito nel definire Rol come "Maestro spirituale occidentale, Illuminato, Risvegliato", laddove i cronisti – salvo rare eccezioni – lo definivano prevalentemente "sensitivo", una qualifica molto limitata che non tiene conto della complessità del personaggio, ma solo di una delle caratteristiche del suo status di Maestro, o Siddha Guru.
    L'unica definizione che Rol diede invece di se stesso fu la seguente:

    «Io debbo necessariamente agire con 'spontaneità', quasi "sotto l'impulso di un ordine ignoto" come disse Goethe. Mi sono definito "la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto". Non é quindi la grondaia che va analizzata, bensì l'acqua e le ragioni per le quali "quella Pioggia" si manifesta. Non é studiando questi fenomeni a valle che si può giungere a stabilirne l'essenza, bensì più in alto dove ha sede lo "spirito intelligente" che già fa parte di quel Meraviglioso che non é necessario identificare con Dio per riconoscerne l'esistenza. Nel Meraviglioso c'é l'Armonia riassunta del Tutto e questa definizione é valida tanto per chi ammette quanto per chi nega Dio.»

    Come segnalato da Buzzati, Rol era cattolico, ma al tempo stesso amava tutte le religioni, rispettandole ed avendo una conoscenza profonda delle varie dottrine.
    Considerava tuttavia come suo punto di riferimento fondamentale l'insegnamento e la vita di Gesù Cristo.


    Domande frequenti su Gustavo Adolfo Rol
    (a cura di Franco Rol, febbraio 2014)


    1) Chi era Gustavo Adolfo Rol?

    Un Maestro spirituale di orientamento cristiano-cattolico vissuto in Italia nel XX secolo (1903-1994) dotato di numerosi "poteri paranormali", che lui definiva "possibilità". Di famiglia benestante, plurilaureato (Giurisprudenza, Economia, Biologia clinico-medica), sempre elegantemente vestito e provvisto di una cultura enciclopedica, amante delle arti, suonava il violino e il pianoforte ed era pittore ed antiquario, dopo aver lavorato in banca per circa un decennio negli anni giovanili.
    Conobbe durante la sua vita famosi personaggi del suo secolo, da capi di stato ad artisti, ma anche molta gente comune di tutte le professioni ed estrazioni sociali.
    Mise le sue "possibilità" sempre al servizio del prossimo.

    ***

    2) Quanti e quali erano i suoi poteri paranormali o possibilità?

    Chi scrive ha suddiviso la fenomenologia in 49 classi distinte, anche se contigue, tra cui si annoverano: chiaroveggenza, telepatia, precognizione, retrocognizione, telecinesi, materializzazione e smaterializzazione di oggetti, bilocazione, levitazione, viaggi nel tempo, potere di guarigione, xenoglossia, folgorazione, diagnosi di malattie (endoscopia e visione dell'aura), traslazione o agilità, ecc.. Queste possibilità si esprimevano o in maniera spontanea in qualunque situazione della vita quotidiana (Rol poteva per esempio fermare uno sconosciuto per la strada e dirgli che aveva fatto male a prendere una determinata decisione e che non avrebbe più dovuto vedere la tal persona o fare la tal cosa, oppure poteva invitarlo a fare degli esami medici in una specifica area del corpo, ravvisando un problema di salute) oppure tramite esperimenti, come lui stesso li definiva, che faceva o a casa propria o a casa di altri. Tali esperimenti erano codificati e standardizzati, e ripetevano sempre i medesimi schemi, che potevano essere assimilati e verificati di continuo dai presenti (in media tra le 5 e le 10 persone) i quali peraltro partecipavano attivamente allo svolgimento, laddove Rol forniva solo qualche direttiva. Veniva deciso un argomento di conversazione, ad esempio l'arte moderna, e Rol chiedeva ai presenti una caratteristica peculiare di questa arte, o una lista di pittori, quindi veniva estratta a sorte, molto spesso per mezzo di carte da gioco, quale risposta o opinione dovesse essere scelta; veniva poi deciso di cercare tale risposta o opinione in una enciclopedia o in un libro qualunque presente in casa o portato da uno dei convenuti, usando di nuovo le carte da gioco come sistema di scelta casuale: ad esempio, un ospite sceglieva il libro, un altro estraeva, dal mazzo portato da lui e ancora impacchettato e mai passato per le mani di Rol,tre carte a caso che avrebbero indicato la pagina (le figure valevano zero), e a un terzo ospite Rol poteva chiedere se preferiva la prima o l'ultima riga, oppure una qualunque altra. Al termine di queste scelte aleatorie si apriva il libro designato, alla pagina designata, alla riga designata e si trovava la stessa frase detta casualmente da uno dei presenti all'inizio dell'esperimento. In altri esperimenti tutti i presenti sceglievano un foglio di carta bianca A4 da una risma nuova, lo piegavano in quattro o otto, se lo mettevano in tasca o nello scollo del vestito, poi veniva scelto l'argomento e attraverso un procedimento analogo al precedente la frase poteva comparire scritta su uno dei fogli dei presenti, oppure potevano comparire degli acquerelli con la pittura ancora fresca, o qualsiasi tipo di immagine, scritto o disegno referente al soggetto scelto casualmente all'inizio dell'esperimento. In mezzo al foglio poteva anche fare la comparsa un oggetto di piccole dimensioni, come una medaglia, una moneta, un ciondolo, etc.. In altri esperimenti venivano materializzati oggetti di più grandi dimensioni in luoghi della casa scelti dai presenti.

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    3) Rol era nato con queste possibilità, oppure le ha scoperte in qualche momento della sua vita?

    Rol è stato un bambino introverso e sensibile, molto intuitivo, caratteristiche che lo hanno predisposto a intraprendere un percorso di osservazione della realtà e di se stesso così come a percepire l’esistenza di una dimensione superiore e più complessa di quella umana, ben presto qualificata come spirituale. L’intreccio di aspirazione mistica e analisi razionale di quanto lo circondava, unito a curiosità, testardaggine e volontà lo ha condotto alla convinzione, all’età di 22 anni, che sarebbe stato possibile indovinare il colore delle carte da gioco senza vederle, dopo essere passato casualmente davanti alla vetrina di un tabaccaio dove erano esposti dei mazzi. Si trattò di una sfida iniziata quasi per gioco, ma dopo due anni di tentativi riuscì ad indovinare tutte e 52 le carte di un mazzo. Quel giorno, era il 28 luglio 1927 e si trovava a Parigi, scrisse sulla sua agenda di lavoro:

    «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!»

    A partire da quel momento negli anni successivi andò sviluppando tutte le sue possibilità.

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    4) Che cosa significa questa “legge” da lui scoperta, e perché l’ha definita “tremenda”?

    Vediamo innanzitutto questa dichiarazione di Rol del 1987: «Cominciai con le carte: perché non doveva essere possibile conoscere il colore di una carta coperta? Provai e riprovai, ma per molto tempo senza risultati. Poi un giorno guardando un arcobaleno ebbi la folgorazione: mi resi conto che il verde era il colore centrale, quello che teneva uniti gli altri. Misurai la vibrazione del verde e scoprii che era la stessa della quinta musicale, e che corrispondeva a un certo grado di calore. Così cominciai a indovinare esattamente le carte e, a poco a poco, a fare tutte le altre cose...» Al di là delle effettive corrispondenze fisiche, questa “legge” può essere collocata nella prospettiva dello yoga, e in generale in una condizione della mente che durante un profondo stato meditativo sia in grado di visualizzare il colore verde e contemporaneamente “sentire” con l’orecchio interiore una quinta musicale (ovvero un accordo di due note, come ad esempio do-sol) analoga all’OM della tradizione indù. In tale condizione si può giungere a sviluppare un “calore psichico” analogo al prana o al tum-no della tradizione tibetana, che crea condizioni favorevoli di sensibilità e percezione e può condurre a uno stato non-duale, ovvero a una condizione di distacco assoluto che favorisce l’emergere di determinati poteri psichici. Questo tuttavia non è che l’inizio del percorso. Rol definisce questa legge “tremenda” per le sue caratteristiche di shock psichico e di spersonalizzazione di chi la sperimenta. La Potenza dello Spirito non è “amministrabile” da chi non è preparato a riceverla, ed è per questo che esiste una storia millenaria presso tutti i popoli di insegnamenti che si tramandano da Maestro a discepolo, o anche per vie più sottili, e che rientrano in canoni abbastanza standardizzati nella sostanza e che formano le regole dell’Iniziazione. La mancanza di un Maestro non impedisce l’accesso a questa Energia-assenza-di-Energia, ma rende le cose molto più difficili e anche pericolose, potendo condurre persino allo squilibrio psichico o alla morte. Dopo la sua scoperta, Rol ha passato almeno un anno con gravi problemi di salute.

    ***

    5) Perché diceva di non avere nulla a che vedere con la parapsicologia e negava di essere medium, sensitivo o mago?

    Qualsiasi Maestro spirituale autentico si dichiarerebbe estraneo alla parapsicologia, e Rol è in Occidente il primo e l’unico “soggetto” dotato di possibilità paranormali a rifiutare di essere incluso in questo ambito di studio, cosa che invece è ben accolta o persino ricercata da coloro che Maestri non sono. Un Maestro realizzato infatti, ovvero qualcuno che ha raggiunto un elevato livello spirituale e al tempo stesso ha dato prova di essere dotato di queste possibilità, che in ambito cristiano vengono definite generalmente carismi o doni dello Spirito, e in Oriente siddhi, o compimenti/realizzazioni (e si può parlare in tal caso di Siddha Guru) considera l’attenzione data dalla parapsicologia ai “poteri della mente” come del tutto sproporzionata rispetto al loro reale valore, che è solo secondario e strumentale ad un insegnamento spirituale (ovvero a una comprensione reale di questo mondo e delle dimensioni ad esso collegate). Se per l’essere umano ordinario queste cose rappresentano una specie di conquista sul piano evolutivo, per l’essere realizzato non sono che conseguenze del suo stato, alle quali dà una importanza molto relativa e funzionale quasi solamente alla conversione del prossimo.
    Alle sue origini, la parapsicologia studiava soprattutto persone in stato di sonnambulismo o trance indotta dalle pratiche del magnetismo animale, poi sono cominciate a comparire nel corso del XIX secolo persone che autoprovocavano questi stati, ovvero i medium, dando prova nei casi autentici di poteri psichici fuori dall’ordinario. Ma l’induzione o l’autoinduzione di tali stati non è cosa difficile da ottenere, e non ha nulla a che vedere con la completezza che può dimostrare un Maestro, il quale non solo non ha bisogno di perdere la sua coscienza ma possiede una gamma molto più vasta di possibilità che ai medium è preclusa e una conoscenza in grado di elevare coloro che gli stanno intorno. Rol non andava in trance, aveva possibilità ben più vaste di qualunque medium studiato dalla parapsicologia e la sua influenza spirituale si sta diffondendo anche, e soprattutto, dopo la sua morte.
    A differenza del medium invece, il mago mantiene il suo stato di coscienza, e certamente un Maestro è anche mago, ma non è un mago. Un mago autentico che non sia maestro è un individuo non evoluto spiritualmente, e certamente molto limitato nell’esprimere la sua “magia”. Come il medium, anch’egli attinge a determinate possibilità della psiche umana e della natura, ma non è in grado di elevarsi al di sopra di esse (perché non è in grado di rinunciare completamente al proprio ego, mentre nel caso del medium vi è la totale sottomissione, per non dire possessione, a forze che non è in grado di gestire). Quanto invece alla definizione di “sensitivo”, se inteso come aggettivo allora un Maestro – come nel caso di Rol – è anche sensitivo, mentre non è solo un “sensitivo” se inteso come sostantivo, nel qual caso indica una persona che non ha necessariamente fatto un qualche tipo di percorso spirituale o esoterico, e che non presenta alterazioni dello stato di coscienza, ma è spontaneamente dotata di una sensibilità non comune in grado di esprimere alcuni poteri psichici di base come la chiaroveggenza, la telepatia e la precognizione, mai tuttavia in maniera perentoria e precisa (come nel caso di Rol), bensì in maniera più vaga o saltuaria anche se con risultati positivi al di sopra della media statistica. È quest’ultima categoria di persone che in effetti la parapsicologia ha maggiormente cercato nella seconda metà del XX secolo, tentando esperimenti statistici con persone comuni per vedere se qualcuna di esse era più “sensitiva” di altre, con risultati che tuttavia, visti da un ottica spirituale, sono ben poco interessanti, pur se al di sopra della media statistica.

    ***

    6) Rol ha mai dato qualche definizione di se stesso?

    Oltre a quanto visto in precedenza, Rol ha anche negato di essere una persona speciale, ad esempio come quando rispose ad un giornalista: «Ma è sicuro che io sia importante per la sua inchiesta? Io sono una persona qualsiasi. Non ho niente a che vedere con i medium, i guaritori, gli spiritisti che lei intervista. Quello è un mondo lontano dalla mia mentalità. I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare».

    Forse la prima volta, e una delle rare, che Rol diede una definizione di se stesso, fu in un articolo del 1977 sulla rivista Gente, firmato da Renzo Allegri, ma scritto da Rol in terza persona:

    «Rol non è soltanto l’«uomo dell’impossibile», ... [egli] lavora e si dedica continuamente al prossimo.»

    Alla fine degli anni '80 suggerirà alla giornalista G. Dembech di usare in un libro che parlasse di lui il titolo: "Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore", con questo volendo sottolineare una funzione precisa in una prospettiva storica.

    Quindi, l'uomo dell'impossibile e il grande precursore, a cui occorre aggiungere un'altra importante definzione scritta da lui stesso nel 1978, quella di grondaia:

    «Io debbo necessariamente agire con ‘spontaneità’, quasi “sotto l'impulso di un ordine ignoto” come disse Goethe. Mi sono definito “la grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto”. Non é quindi la grondaia che va analizzata, bensì l'acqua e le ragioni per le quali “quella Pioggia” si manifesta. Non é studiando questi fenomeni a valle che si può giungere a stabilirne l'essenza, bensì più in alto dove ha sede lo “spirito intelligente” che già fa parte di quel Meraviglioso che non é necessario identificare con Dio per riconoscerne l'esistenza. Nel Meraviglioso c'é l'Armonia riassunta del Tutto e questa definizione é valida tanto per chi ammette quanto per chi nega Dio.»

    ***

    7) Rol faceva sedute spiritiche?

    No. In una seduta spiritica generalmente un gruppo di persone si ritrova intorno a un tavolo e con la direzione di un medium in trance o anche senza di esso entra in contatto con uno o più presunti spiriti dei defunti, o per semplice invocazione – con le mani dei presenti appoggiate sul tavolo a contatto le une con le altre – o con l’uso di un pannello con le lettere dell’alfabeto, dove il medium da solo o congiuntamente con i presenti lascia che uno “spirito” risponda alle loro domande usando la sua mano che si muove autonomamente spostando un qualche tipo di indicatore per determinare le lettere della risposta. Rol non ha mai fatto nulla del genere, dal momento che: 1) non andava in trance; 2) non invocava nessun defunto, visto che sosteneva che “i defunti non sono tra di noi”, ma in alcuni casi chiedeva l’assistenza – se così si può dire – di quello che lui chiamava “spirito intelligente” (si veda più avanti); 3) la finalità dei suoi esperimenti era diversa da quella delle sedute spiritiche: in queste ultime si cerca di ottenere informazioni sull’“aldilà” o il conforto di un parente deceduto, mentre gli esperimenti di Rol avevano come fine la dimostrazione sia delle potenzialità dell’essere umano quando sappia mettersi in sintonia con una dimensione più profonda del Cosmo, sia l’effettiva realtà di questa stessa dimensione, spirituale, fuori dal tempo e identificabile con Dio. L’unica eccezione alla regola che “i defunti non sono tra di noi” Rol la faceva per fornire conforto a chi aveva magari appena perduto un congiunto, dicendogli di vederlo al suo fianco e fornendo l’identikit preciso della persona in questione. Si trattava però di situazioni particolari, strettamente private e senza alcun rito di sorta, e non si trattava comunque del defunto vero e proprio, ma del suo “spirito intelligente”.

    ***

    8) Che cos’è lo “spirito intelligente”?

    Rol afferma che ogni cosa animata o inanimata possiede uno “spirito”, e così l’essere umano, che però prende l’attributo di “intelligente” per le caratteristiche peculiari della sua coscienza. Queste due tipologie di “spirito”, differenti solo per grado, sono presenti sia nel momento di esistenza della cosa o dell’essere umano, sia successivamente alla sua distruzione, ovvero alla sua morte. Si tratta di una sorta di “film” della cosa o dell’individuo, una sua riproduzione contenente tutte le informazioni che lo riguardano, tutta la sua storia dalla nascita alla morte. Se ad esempio Rol chiede allo “spirito intelligente” di Leonardo Da Vinci di “partecipare” ad un esperimento e materializzare un dipinto su un foglio bianco, la “memoria eterea” di Leonardo, conservata nell’Archivio dell’Universo, potrà realizzarlo grazie alla mediazione di Rol, sorta di catalizzatore e rivitalizzatore di tale memoria... Tuttavia il dipinto che lo spirito intelligente di Leonardo realizzerà rientrerà nei canoni artistici del suo genio, e non potrà dipingere con uno stile diverso dal suo, né potrà rappresentare soggetti che in vita non ha rappresentato, così come il personaggio di un film non può volontariamente cambiare ruolo o fare cose diverse da quelle fatte in quel film. Ne consegue inoltre, rimanendo a tale analogia, che è possibile identificare l’“anima” con l’attore, il quale potrebbe anche interpretare altri ruoli. Secondo Rol infatti, «l’anima torna a Dio», una espressione suscettibile di varie interpretazioni. La Tradizione metafisica sostiene che un Maestro illuminato può ritornare sulla Terra volontariamente, per continuare o completare una missione di carattere spirituale. Diverso sarebbe il destino invece per coloro che in vita non hanno raggiunto un livello spirituale sufficiente tale da consentire una sopravvivenza post-mortem. Infatti per chi è rimasto al livello della materia alla materia ritornerà...

    ***

    9) Rol credeva alla reincarnazione?

    No, sebbene sia un tema controverso. Alcuni, una minoranza, sostengono che Rol vi credesse, in genere coloro che già credevano a questa teoria prima di conoscerlo, e hanno interpretato alcune sue allusioni o metafore in senso letterale, confermando le loro convinzioni. Chi scrive ha trattato ampiamente la questione nel libro Il simbolismo di Rol, dimostrando sulla base delle dichiarazioni di Rol stesso e della tradizione metafisica che egli non vi credesse. Certo la teoria in questione, da un punto di vista exoterico, è rassicurante e soddisfa la ragione... Vi è in essa del vero, come del vero vi è nel racconto del Genesi su Adamo ed Eva. Ma certamente non da un punto di vista letterale. Restando alle dichiarazioni di Rol, egli ha affermato:

    «Tutto ciò che sin qui si è pensato e si è fatto nel campo del soprannaturale è ben lungi dalla verità. I concetti che si hanno sullo spiritismo e, soprattutto, sulla reincarnazione sono inadeguati se non addirittura falsi» (lettera autografa, 1951)

    «Non esiste la reincarnazione, non ci credo!» (registrazione audio, anni ’70)

    Al seguito di un articolo di una giornalista che aveva scritto che Rol «giunge ad alludere a se stesso come ad una reincarnazione» di Napoleone Bonaparte, Rol aveva risposto in una lettera alla rivista:
    «Nulla di più falso: una simile affermazione va contro ogni mio principio religioso e filosofico.» (1987)

    Infine, l’affermazione di alcuni che Rol fosse ambiguo su questa materia per non urtare la Chiesa Cattolica non ha nessun fondamento. Le dichiarazioni appena menzionate, senza il filtro di terzi, non lasciano spazio ad ambiguità di sorta.

    ***

    10) La Chiesa Cattolica ha mai espresso un parere ufficiale su Rol?

    No, ma sono note le attestazioni personali di stima di alcuni ecclesiastici, come il cardinale Maurilio Fossati, che fu Arcivescovo di Torino, o Don Andrea Bava che celebrava nella parrocchia di San Vito.

    Don Piero Gallo, che fu parroco della chiesa dei SS. Pietro e Paolo nel quartiere San Salvario, il quartiere dove abitava Rol, che non conobbe se non in maniera fugace all’ospedale Molinette poco prima della sua morte, ebbe modo di farsi una opinione in base alle testimonianze di molte persone che nel quartiere lo avevano conosciuto, dichiarando in occasioni diverse che Rol «ha fatto brillare l’intelligenza di Dio in molti luoghi», ed è stato un «uomo straordinario... caritatevole, affettuoso, umile e sempre ottimista anche nelle sofferenze, una chiara impronta mariana... per aver fatto risalire a Dio i suoi poteri. (...) Si può affermare che abbia vissuto una “santità laica” per quanto ha fatto verso gli umili, indigenti e sofferenti...» e infine che «col suo esempio ha fatto sì che molti individui si avvicinassero ancora di più alla Chiesa».

    Lo scrittore cattolico Vittorio Messori, che conobbe Rol, scriveva nel 2004 che la sua vita è stata «una vita non solo da gentiluomo probo ma anche da credente praticante, che spesso qualcuno scopriva assorto in preghiera in una delle cappelle in penombra della Consolata ... Se mi volle conoscere è perché voleva congratularsi per le cose "cattoliche" che scrivevo e mi confermò più volte – anche nell'ultima telefonata che mi fece – che si riconosceva in pieno nell'ortodossia della Chiesa».

    La giornalista di Avvenire Monica Mondo, che conobbe Rol, scrisse sul quotidiano cattolico di aver «detto con Rol un bel po’ d’Avemarie», e che a lui, «che non si mise mai in mostra e non chiese mai nulla per sé, importava davvvero fare del bene, darsi pena degli ammalati, prestarsi col denaro, una parola buona o la sua virtù di cui lui stesso non sapeva darsi spiegazioni (un dono di Dio, diceva, di cui devo rendere conto, e usare per Dio).»

    Rol ha avuto contatti con tutti i livelli della gerarchia cattolica, arrivando a quanto pare a incontrare anche Papa Pio XII. La sua considerazione per l’istituzione della Chiesa, così come per i santi della sua tradizione, era rilevante, molto rispettosa e devota. Conobbe San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, del quale teneva una foto sullo scrittoio del suo studio, insieme a quelle del parroco di San Secondo di Pinerolo, don Giovanni Battista Martina, che considerava un santo, e padre Eugenio Ferrarotti, che fu sacerdote prima a Torino e poi esorcista a Genova negli anni ‘50.

    Il fatto che la Chiesa ancora non si sia espressa ufficialmente è dovuto con ogni probabilità all’attesa di un quadro più completo della vicenda umana e spirituale di Rol, i cui particolari sono emersi e stanno ancora emergendo solo in anni recenti.

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    11) Che cos’è la “coscienza sublime”?

    Rol diede varie definizioni, una delle quali è la seguente:

    «Lo stato di coscienza sublime è l’unione con l’Assoluto, un Tutto, un’interezza senza separazione alcuna».

    È grazie a questo stato che Rol era in grado di esprimere le sue possibilità e di fare i suoi esperimenti.
    Chi scrive ha messo in relazione la coscienza sublime con stati analoghi delle tradizioni metafisiche, come ad esempio il nirvana o samadhi della tradizione indù. Il Maestro realizzato che ha raggiunto questo livello spirituale ottiene come conseguenza non cercata quelle che tale tradizione chiama siddhi, che sono appunto le possibilità di Rol.

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    12) Rol chiedeva denaro per mostrare i suoi esperimenti o dare i suoi consigli “paranormali” a chi lo avvicinava?

    No, assolutamente, sarebbe stato assurdo e inconcepibile per un Maestro come lui (e per qualsiasi Maestro autentico), che aveva come unico scopo quello di aiutare gli altri e dimostrare per quanto possibile l’esistenza di Dio e che “la morte non esiste”. Piuttosto, è Rol che ha donato denaro sia a singoli che a istituzioni caritatevoli, spesso anonimamente.

    ***

    13) Quale era la sua fonte di rendita?

    Rol è nato in una famiglia benestante, anche se lavoratrice. Tuttavia, non è mai stato un mantenuto e ha iniziato a lavorare a 22 anni come funzionario bancario della Banca Commerciale Italiana, di cui il padre Vittorio era stato fondatore e direttore della sede di Torino. Si è spostato attraverso varie filiali in giro per l’Europa (Marsiglia, Parigi, Londra, Edimburgo, Genova, Casablanca, Sestriere) nel corso di quasi un decennio, fino alle sue dimissioni nel 1934, poche settimane dopo la morte del padre.
    Durante il soggiorno di Marsiglia (1925-1926) ha avuto qualche difficoltà economica, per volersi mantenere esclusivamente con il suo salario, senza aiuto dalla famiglia. Per questo, arrotondava suonando il violino nei cinema come accompagnamento musicale dei film muti.
    Successivamente alla morte del padre, Rol amministrò i beni di famiglia e iniziò a lavorare freelance come antiquario e traduttore di inglese e francese, e a vendere anche i primi quadri. Negli anni ’40 aprì un negozio di antiquariato nel centro storico di Torino, che tenne fino agli anni ’60, quando la pittura divenne la sua unica (e occasionale) fonte di rendita. Una oculata amministrazione delle proprie risorse nel corso degli anni gli ha consentito una vecchiaia senza preoccupazioni economiche, potendo impiegare tutto il tempo possibile a fare del bene al suo prossimo.

    ***

    14) I quadri di Rol possono essere visti in qualche museo? Esistono dei cataloghi?

    Rol ha dipinto un centinaio di quadri, forse 150, non esiste al momento un catalogo generale delle sue opere, ma solo due cataloghi parziali riferentisi alle due mostre tenutesi nel 2000 al Sermig di Torino e nel 2005 presso il castello di Guarene, in provincia di Cuneo (una cinquantina in tutto). Al momento fanno parte di collezioni private, e non sono previste altre mostre.

    ***

    15) Perché Rol è diventato conosciuto soprattutto dopo la sua morte?

    Rol non ha mai cercato i riflettori, ha sempre mantenuto un profilo riservato e ha spesso chiesto ai pochi giornalisti che ha conosciuto, così come ai suoi amici, di parlare di lui solo dopo la sua morte. Questo perché una attenzione esagerata dei media gli avrebbe impedito in primo luogo di vivere tranquillo e in secondo luogo di essere utile al suo prossimo in maniera mirata ed efficace, in quanto avrebbe dovuto lasciare disattese innumerevoli richieste di aiuto che gli sarebbero giunte non appena le sue possibilità fossero divenute popolari, per non parlare di eventuali mitomani od esaltati. L’ultima cosa che Rol desiderava era vedere la coda fuori dal suo portone, o la sua persona tirata in ballo qua e là in dibattiti televisivi.

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    16) Rol ha avuto discepoli o adepti? Chi sono coloro che hanno testimoniato e testimoniano su di lui?

    No, non ci sono né discepoli – perché Rol non si è mai presentato nelle vesti “ufficiali” di Maestro – né adepti, perché non era al vertice di alcun tipo di setta o società segreta. Anche sotto questo punto di vista, egli era una persona apparentemente normale, circondato da amici e conoscenti, spesso frequentando personalità dell’alta società internazionale, sia perché per tradizione familiare era il suo ambiente ideale, sia perché cercando di influenzare beneficamente coloro che stanno ai vertici poteva sperare di ottenere risultati “a cascata” a valle. Questo non gli ha impedito di frequentare tutte le classi sociali e categorie professionali, e coloro che oggi testimoniano su di lui sono molti di quelli che lo conobbero come amici, conoscenti o anche casuali testimoni di situazioni uniche senza sapere chi era.

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    17) Rol faceva gli esperimenti solo a casa sua?

    No, al contrario si potrebbe dire che li faceva soprattutto a casa di terzi, spesso di suoi amici. Anche questo era un modo per togliere l’attenzione su di lui e il suo contesto, visto che il suo appartamento di Torino, con vista sul Parco del Valentino, era arredato elegantemente con pregiati pezzi di antiquariato e cimeli napoleonici, quasi una casa museo dall’atmosfera molto suggestiva. Per evitare quindi anche un certo senso di soggezione che il personaggio e il suo contesto potevano suscitare in alcuni, Rol sceglieva gli appartamenti più “normali” dei suoi amici, dove poteva sentirsi perfettamente a suo agio e mettere a proprio agio anche gli ospiti, che avevano quindi la sensazione che Rol fosse un invitato quanto loro, un loro “pari”, il che contribuiva ad una atmosfera rilassata e cordiale, una condizione molto importante per la riuscita degli esperimenti. Negli anni ’60 ad esempio a Rol piaceva andare a casa di Franca Pinto o dei coniugi Pierlorenzo e Giuliana Rappelli o dei cugini Franco ed Elda Rol, negli anni ’70 a casa dei coniugi Giorgio e Domenica Visca o a casa di Remo Lugli, e così via.

    ***

    18) C’è chi sostiene che Rol fosse soltanto un sofisticato illusionista, perché?

    Si tratta di una affermazione comune tra gli illusionisti che non hanno conosciuto Rol e in generale tra tutti gli scettici o anche solo i dubbiosi che non hanno approfondito a sufficienza la sua storia. Le ragioni principali alla base di questo punto di vista sono tre: 1) Rol faceva uso molto spesso di carte da gioco; 2) Rol non si è mai sottoposto a un controllo scientifico secondo gli standard della scienza moderna; 3) la varietà e straordinarietà dei prodigi e miracoli che gli sono attribuiti è semplicemente impossibile, frutto di trucchi, suggestione o invenzione degli stessi testimoni. Il “paranormale” d’altronde non è mai stato dimostrato.

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    19) Rol ha mai fatto qualche gioco di prestigio?

    Possiamo dare una risposta solo sulla base di due elementi: 1) le testimonianze su di lui; 2) gli esperimenti. Nel primo caso, nessuno ha mai riferito di avergli visto fare dei giochi di prestigio in età adulta, mentre vi è un fraintendimento di un giornalista sul fatto che a Rol da bambino piaceva dilettarsi talvolta con giochi di prestigio. In realtà chi scrive è andato alla fonte di questo racconto (una nipote argentina di Rol nata nel 1926, quando Rol aveva già 23 anni) la quale aveva semplicemente dichiarato che Rol da giovane (e non da bambino) faceva dei “giochi” con le carte, il che è vero, visto che iniziò a sperimentare a 22 anni con le carte, che sono alla base della sua scoperta. E siccome questi giochi, che in realtà sono esperimenti, non hanno nulla a che vedere con i giochi di prestigio (chi scrive non solo vi ha presenziato, ma concorda con Rol che chiunque, nelle sue stesse condizioni, sarebbe in grado di effettuarli), ne consegue che per quanto concerne l’attuale biografia di Rol, egli non abbia mai fatto giochi di prestigio. Talvolta ha però fatto qualche scherzo a qualcuno per mettere alla prova il suo senso critico, o anche solo per ridere, visto che Rol era anche un gran burlone ed anzi sfruttava le situazioni spiritose per sdrammatizzare i “giochi” veri che potevano lasciare sgomenti per non dire in panico alcuni ospiti al primo incontro.

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    20) Qualcuno ha mai riferito di aver scoperto un qualche tipo di trucco o inganno nei suoi esperimenti?

    No, nessuno che abbia conosciuto e frequentato Gustavo Adolfo Rol lo ha mai riferito (e sono passati quasi 90 anni da quando ha iniziato a manifestare le sue possibilità, ovvero nel 1927, e 20 dalla sua morte, nel 1994).

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    21) Gli illusionisti affermano di poter replicare tutti i prodigi di Rol, è vero?

    Sì, molti illusionisti hanno affermato di poter replicare tutti i fenomeni attribuiti a Rol. Ma si tratta di puro e semplice illusionismo verbale e mediatico... perché è impossibile replicare la maggior parte di questi fenomeni. In generale, ciò che gli illusionisti sono in grado di replicare sono gli effetti di alcuni dei fenomeni attribuiti a Rol, mentre ciò che non sono assolutamente in grado di replicare sono le condizioni nelle quali Rol si poneva o si trovava. Per fare un esempio molto banale che già facemmo anni fa, si potrebbe replicare l’effetto di Gesù che cammina sull’acqua (come ha fatto l’illusionista Dynamo sul Tamigi), ma non le condizioni in cui egli si trovava (il plexiglass trasparente non era ancora stato inventato e nemmeno il montaggio sapiente dei fotogrammi dell’evento...). In certi casi nemmeno un effetto può essere replicato, e non vi è qui lo spazio per fare la lista completa di quali episodi o fenomeni è impossibile la replica, ma pensiamo in primo luogo ai casi di chiaroveggenza, di telepatia, di guarigioni e di precognizione (il “caso Cini” può costituire un ottimo esempio, ma se ne potrebbero fare moltissimi altri), ma anche alle stesse carte da gioco (si veda più avanti).

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    22) Rol ha mai accettato di mostrare i suoi esperimenti anche a degli illusionisti?

    Sì, non ha mai avuto preconcetti verso la categoria, anche perché selezionava le persone in base al cuore e non in base alla professione, oppure anche in base a una sorta di strategia iniziatica (che non sempre sembrerebbe abbia avuto successo, come nei casi di persone che ebbero modo di deluderlo). Gli illusionisti che hanno conosciuto Rol sono 5, due professionisti di livello internazionale (Alexander e Binarelli) e tre dilettanti (Ermanno e Carlo Buffa di Perrero, Giuseppe Vercelli). Tutti e 5 hanno avuto una ottima opinione di Rol, 4 di loro hanno visto gli esperimenti (escluso Alexander, che però ha testimoniato un episodio personale di chiaroveggenza), e 3 di loro lo hanno riferito in scritti o in interviste (escluso Ermanno Buffa di Perrero, padre di Carlo, morto nel 1982). Tutti e tre concordano, del resto con altre centinaia di testimoni, che negli esperimenti di Rol da loro visti non vi fosse alcun tipo di trucco. In particolare, Carlo Buffa ha più volte cercato di “incastrare” amichevolmente Rol per vedere se, cambiando senza preavviso le condizioni dell’esperimento, questo sarebbe riuscito lo stesso. E l’esperimento riusciva comunque.

    ***

    23) Perché alla base di molti esperimenti c’erano le carte da gioco?

    Come si è visto, le carte da gioco sono alla base della scoperta di Rol. Ma l’uso che egli ne fece successivamente è legato principalmente alla loro funzione di strumento matematico, ovvero di generatore di un ordine a partire da condizioni aleatorie. Tale ordine era costruito casualmente eppure teleologicamente con la partecipazione di tutti i presenti, Rol non agendo se non come motore immobile, ovvero come un direttore d’orchestra che si limita a coordinare i vari strumenti.
    Spiegare in poche righe come le carte venivano applicate a certi esperimenti non è possibile. Ci limitiamo a ripetere quanto abbiamo scritto in altra sede, ovvero come funzionava lo schema più semplice:
    «Un esperimento “facile”, per iniziare la serata, poteva essere fatto con due mazzi: veniva invitato per esempio l’ospite A a prendere il suo mazzo, mai toccato da Rol, e a mescolarlo, quindi a porlo davanti a sé e tagliare in un punto qualunque, mostrando la carta del taglio, poniamo l’asso di cuori. Rol invitava poi l’ospite B a prendere il suo mazzo, a mescolarlo e a porlo davanti a sé, quindi per usare magari un metodo diverso e sempre totalmente aleatorio chiedeva all’ospite C un numero da 1 a 52; questi per esempio diceva 22, e allora Rol diceva all’ospite B: “tolga 21 carte dalla cima del suo mazzo, poi giri la ventiduesima: dovrebbe essere l’asso di cuori”. L’ospite B toglieva una ad una con circospezione le carte, arrivava alla ventiduesima, la girava ed era l’asso di cuori.
    Gli esperimenti poi proseguivano più o meno sullo stesso schema, aumentando di volta in volta la complessità e la aleatorietà, chiedendo per esempio all’ospite D la prima parola che gli veniva in mente, di contare poi le lettere di quella parola e di sommarle alle lettere di un’altra parola detta dall’ospite E poco prima, quindi di andare a prendere un libro qualsiasi da uno scaffale e di cercare il capitolo il cui numero era stato determinato dalla precedente addizione, e in questa pagina, la prima parola o la prima riga era la stessa che Rol prima dell’esperimento aveva scritto su un foglio davanti a sé e mostrato ai presenti. E così via, in ordine crescente. Questi esperimenti venivano fatti spesso a decine in una serata».

    ***

    24) Cosa pensava della scienza? Ha mai incontrato degli scienziati?

    Rol ebbe modo di dichiarare che se la sua predisposizione non lo avesse portato a una ricerca prevalentemente spirituale, avrebbe certamente rivolto il suo interesse principale alla scienza. Peraltro aveva ottime conoscenze in fisica, biologia e medicina e valorizzava le conquiste scientifiche, almeno fino al punto in cui queste non si trovassero in opposizione alla sviluppo spirituale degli esseri umani. In ambito medico ha sempre indirizzato chi aveva bisogno di cure agli specialisti e alla medicina ufficiale, prima di intervenire eventualmente lui stesso con le sue possibilità terapeutiche. Ha incontrato molti scienziati, anche di fama (come Albert Einstein ed Enrico Fermi) ed ha profetizzato che in un futuro non molto lontano i suoi esperimenti saranno spiegati dalla scienza e diverranno parte integrante di essa.

    ***

    25) Perché non si è sottoposto a una verifica scientifica delle sue possibilità?

    Rol non era contrario a una sperimentazione scientifica delle sue possibilità, anzi, si può dire che ha cercato tutta la vita qualcuno in campo scientifico che fosse adatto a recepire le sue conoscenze e si prestasse a un tirocinio lungo e approfondito come di regola avviene in campo spirituale (si parla in tali casi di iniziazione). Nessuna sperimentazione che non avesse rispettato questo criterio poteva essere contemplata, per la natura stessa delle cose e non certo per un vezzo di Rol. Per la stessa ragione per cui non sarebbe concepibile mettere un jet supersonico nelle mani di un bambino, o usare testi universitari in prima elementare, la scienza di Rol, che era Scienza Sacra, presupponeva e presuppone tutta una serie di preparativi non solo cognitivi, ma soprattutto empatici, ovvero l’individuo che vuole apprendere deve essere maturo interiormente, deve avere soggiogato il proprio ego, non deve avere interessi personali, deve aver sviluppate qualità come l’intuizione, l’immaginazione, la spontaneità, deve essere in grado di calmare completamente la mente, e via dicendo... Ovvero: prima di passare alla fase “operativa” della meccanica degli esperimenti di Rol, un aspirante allievo deve aver fatto molta strada sul cammino della elevazione spirituale. Rol sosteneva che chiunque, nelle sue condizioni, sarebbe stato in grado di fare i suoi stessi esperimenti. Il fatto è che occorre raggiungere quelle condizioni... In una conversazione registrata negli anni ’70 e pubblicata ne Il simbolismo di Rol, Rol dice al giornalista Remo Lugli:

    «Guarda Lugli, se tu avessi vent’anni e se io sapessi che ho i mezzi per mantenerti senza che tu abbia da studiare [lavorare], io ti metterei sotto, e nel giro di dieci anni ti metterei in grado di fare tutte le cose che faccio...».

    Oltre alla preparazione degli “esaminatori” di Rol, che quindi avrebbero dovuto essere persone preparate e con le quali Rol avesse instaurato un rapporto di amicizia e confidenza, un elemento essenziale per la riuscita degli esperimenti, che poi è legato al prerequisito appena menzionato, era il fatto che Rol dovesse sentirsi a proprio agio e non vincolato a un condizionamento psicologico come il dover effettuare un certo esperimento, o ripetere a più riprese lo stesso schema di esperimento per raggiungere un risultato prestabilito. Il suo stato d’animo era un elemento fondamentale per la dinamica degli esperimenti, e non potrebbe essere altrimenti dal momento che è implicata la coscienza – e più specificatamente quella chiamata da Rol coscienza sublime – e c’è una relazione imprescindibile tra questa e la materia, tra questa e il tempo, tra questa e lo spazio, ecc.
    La coscienza sublime è un po’ come il famoso negozio di cristalleria dove sarebbe meglio non far entrare gli elefanti... E crediamo per ora di esserci spiegati.

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    26) Esiste una spiegazione scientifica dei suoi esperimenti?

    Una formulazione integrale non è stata ancora fatta, ma chi scrive ha già fornito in vari contesti elementi sufficienti per sapere dove guardare. Nessuna formulazione scientifica può comunque essere esauriente senza le corrette premesse spirituali, e per semplicità abbiamo indicato nella teoria e pratica dello yoga il punto da cui partire, a cui integrare evidentemente alcune teorie della fisica, soprattutto del XX secolo.

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    27) Rol ha mai scritto e pubblicato suoi libri?

    Oltre a tutte le qualità personali e artistiche, Rol era anche un ottimo scrittore. Così lo descriveva Alberto Bevilacqua nel 2000: «...ci si trova di fronte a uno scrittore di rara intensità, a un pensatore, e a un filosofo del credo religioso, di enorme portata».
    Bevilacqua commentava il libro di scritti autografi di Rol, curato da Catterina Ferrari dopo la sua morte (“Io sono la grondaia...” Diari, lettere, riflessioni di Gustavo Adolfo Rol, Giunti, 2000), uno dei testi più importanti che lo riguardano, perché “scritto” da lui. Altri diari e lettere sono state pubblicate dopo la sua morte, ma Rol non ha mai pubblicato nulla quando era in vita. Da giovane, prima della scoperta del 1927, stava scrivendo un libro di filosofia e pensieri spirituali, poi accantonò il progetto. Negli anni ’50 dichiarò a un giornalista che stava scrivendo un libro intitolato Le quattro mura intorno, ma è rimasto per ora inedito, e non è sicuro che esista ancora.

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    28) Quante sono le biografie o i saggi pubblicati su di lui?

    A gennaio 2015 le monografie in italiano dedicate a Rol risultano essere 25. Cronologicamente, la prima fu pubblicata nel 1986, Rol l’incredibile del giornalista Renzo Allegri, da Rol non autorizzata e l’unica uscita quando era in vita. L’ultima è Gustavo Adolfo Rol. Solo un mentalista? di Aroldo Lattarulo.

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    29) Quali sono i libri più affidabili e interessanti su di lui?

    Oltre al già citato “io sono la grondaia”, la biografia più seria e completa è Gustavo Rol. Una vita di prodigi, di Remo Lugli (Mediterranee, 1995/2008). Di sicuro interesse è un altro libro che raccoglie lettere autografe di Rol, La Coscienza Sublime, curato da Maria Luisa Giordano (L’Età dell’Acquario, 2006) così come la testimonianza di Giorgio di Simone, Oltre l’umano. Gustavo Adolfo Rol (Reverdito, 2009). Per un principio di analisi a tutto campo si possono vedere i due saggi di Franco Rol, Il simbolismo di Rol (2008/2012) e L’Uomo dell’Impossibile (2012). Ulteriori informazioni alla pagina: http://gustavorol.org/index.php/bibliografia

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    30) Rol è conosciuto solo in Italia o anche all’estero?

    Presso il grande pubblico Rol è conosciuto al momento quasi solo in Italia, perché la maggior parte del materiale biografico su di lui è stato pubblicato postumo negli ultimi 20 anni, e solo in italiano. Franco Rol nel corso del 2013 ha pubblicato i due primi saggi biografici in lingue diverse dall’italiano, traduzioni de L’Uomo dell’Impossibile in inglese (The Unbelievable Gustavo Rol) e spagnolo (El extraordinario Gustavo Rol). Nel 2014 ha pubblicato la versione francese (Un être exceptionnel. Gustavo Adolfo Rol) e la seconda edizione inglese (The Unbelievable Gustavo Adolfo Rol). Per il 2015 è prevista anche una versione in portoghese.

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    31) Rol ha avuto figli? Chi sono i parenti più prossimi di Gustavo Adolfo Rol?

    No, non ha avuto figli, e le ragioni non sono del tutto chiare. Alcuni dicono che la moglie Elna non poteva averne, altri che fosse lui ad avere questo problema, altri ancora che non li voleva per potersi dedicare integralmente al suo prossimo. I parenti più prossimi di Gustavo A. Rol sono i nipoti (22) del fratello Carlo (1897-1978) emigrato in Argentina negli anni ’20, dove ebbe quattro figli: Maria (1924-1979), Umberta (1926-), Vittorio (1929-) e Maurizio (1934-2004). Oltre al fratello Carlo, Gustavo A. Rol aveva due sorelle rimaste in Italia, Giustina (1900-1970) e Maria (1914-1996), nessuna delle quali ha però avuto figli. Più distante dal suo albero genealogico era il cugino di quinto grado Franco Rol (1908-1977), che però Gustavo considerava alla stregua di un fratello (qui sotto, il necrologio pubblicato su "La Stampa" del 05/07/1977). Il nipote di quest’ultimo, anche lui di nome Franco Rol, è lo scrivente di queste pagine.

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    32) È mai esistito qualcuno con le stesse possibilità di Rol? Ed esiste oggi?

    Sì, è già esisitito, perché Rol rientra in una tradizione spirituale antica e mai estinta. Tuttavia, si può affermare che in Occidente era dai tempi di Gesù che non nasceva un Maestro del calibro di Rol, laddove in Oriente maestri come lui sono stati più frequenti. L’originalità di Rol sta però nella sua modernità e nella sua apparente normalità, oltre a una serie di direttive teoriche che permetterebbero per la prima volta di guardare al cammino spirituale anche in una prospettiva eminentemente scientifica. Al momento presente non risulta a chi scrive che esista qualcuno vivente con la stessa completezza spirituale e le stesse possibilità di Gustavo Adolfo Rol.

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    33) Dove possono essere letti in rete pensieri e massime di Gustavo Adolfo Rol?

    Principalmente alla pagina Twitter dedicata a Rol, così come a quella di Facebook (links al fondo)

    Fonti: gustavorol.org, gustavorol.org (wikipedia-alternativa).
     
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