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Tale disturbo nella donna è stato descritto per la prima volta da Sandra Riza Leiblum e Nathan, nel 2002.
Da allora un numero crescente di donne si è riconosciuto nella loro descrizione che metteva a fuoco sintomi disturbanti, spesso invalidanti, caratterizzati da un’eccitazione genitale persistente, percepita come spontanea, intrusiva e non gradita, non associata ad aumento del desiderio, dell’interesse sessuale o dell’eccitazione mentale soggettiva, e che non scompariva dopo uno o più orgasmi.
Tale eccitazione genitale persistente può causare notevole stress personale e problemi anche nella vita professionale. La maggioranza dei casi presenta una eziologia sconosciuta, anche se aumentano le segnalazioni di cause organiche.
Il merito di Sandra Leiblum è di aver portato all’attenzione dei clinici questo quadro che troppo spesso viene confuso con l’ipersessualità femminile, da cui si differenzia per il diverso ruolo e vissuto del desiderio e dell’eccitazione mentale, nonché dell’orgasmo.
I sintomi e i segni caratteristici del disturbo di eccitazione sessuale persistente (PSAD) della donna includono (Leiblum & Natham, 2002):
• La presenza delle caratteristiche dell’eccitazione sessuale, specie genitale (congestione clitoridea e vulvare più o meno spiccata, lubrificazione vaginale, aumento della sensibilità erotica genitale), che hanno tuttavia perduto il feedback che induce la fase di risoluzione fisiologica post – orgasmo (scomparsa della congestione vascolare dei corpi cavernosi, riassorbimento del trasudato vaginale, fine della vasodilatazione perivaginale, etc).
• La loro durata prolungata per ore, giorni o mesi.
• Il loro essere svincolate sia dal desiderio sia dall’interesse sessuale; anzi il desiderio se prima era normale tende a scomparire per la frustrazione che la sindrome comporta.
• Lo stato di eccitazione può essere ulteriormente accentuato in assenza di qualsiasi fattore riconoscibile, oppure in presenza di stimoli neutri o comunque privi di connotazioni sessuali, per esempio, per le vibrazioni anche minime dell’auto mentre la donna va al lavoro, e che la obbligano a masturbarsi nel tragitto, oltre che in caso di attività sessuale.
• Lo stato di eccitazione non si riduce completamente, né spontaneamente, né con l’autoerotismo né con il rapporto.
• L’eccitazione può ridursi, a volte solo brevemente, ma non scomparire, dopo molteplici orgasmi (una paziente ne ha riportati più di trenta al giorno) che dominano la vita quotidiana e portano la donna ad uno stato di spossatezza fisica e psichica.
• Masturbazione e rapporto, con o senza orgasmi, sono seguiti da un senso di frustrazione per l’impossibilità di liberarsi comunque dal sintomo di eccitazione persistente.
• La sensazione di essere dominate da questo sintomo pervadente può essere così invalidante che alcune pazienti minacciano il suicidio se questa eccitazione intrusiva non viene bloccata in qualsiasi modo.
• La preoccupazione di una possibile causa medica, anche grave, che causi la PSAD, è un’altro fattore principe che induce a consultare il medico.
• Tutte le donne finora viste in consultazione dalle Autrici (SRL e AG) riportano come la durata dell’eccitazione sessuale genitale, la sua intensità, la sua autonomia rispetto al desiderio e all’eccitazione mentale (spesso del tutto assenti) siano devastanti per il loro equilibrio interiore e la loro serenità. È tuttavia possibile che altre donne non siano disturbate da questo sintomo e non si presentino quindi all’attenzione clinica.
Fonte: X. -
Christine love.
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O.O .... accidenti mi sono immedesimata nei sintomi, non deve essere per niente piacevole! .