Sindrome dell'abbandono

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    "Le persone che odiano se stesse non sono in grado di amare né di credere nel loro prossimo."

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    Per quel che mi riguarda, io ho sofferto dell'abbandono di alcune persone soltanto qualche volta; per tutte le altre, ero abbastanza pronto e quindi mi son fatto forza sapendo che prima o poi sarebbe finita.
    A volte son situazioni indipendenti totalmente dalle nostre scelte. Poi, attualmente io evito ancora prima che le stesse accadano, spesso chiudendomi (quindi sbagliando e facendo in modo che poi siano gli altri ad evitarmi).
     
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    La mia è la solita vecchia storia: si nasce, si cresce e ci si strugge. Il mio primo ricordo riguarda una corsa fra gli alberi. Correvo a perdifiato, giocando a chissà quale gioco quando, ad un certo punto, sentii una sensazione di vuoto e una malinconia divorante. Avevo sei anni e fu la prima volta in cui mi resi conto che mi mancava qualcuno.
    Il tempo passò e avvennero numerose esperienze abbastanza inspiegabili che mi hanno incentivato ad approfondire la mia passione per i misteri... ma non è questo che conta ora.
    Quello che conta è che ad un certo punto arrivato a vent'anni conobbi l'amore. Era piccola, portava lunghi capelli castani e aveva gli occhi leggermente a mandorla, ah, e non era italiana. La cosa vista la distanza (lei stava in Portogallo) naufragò e per la prima volta realizzai cosa significasse veramente perdere una parte di sé stessi.
    Quando ciò avvenne sentii quel vuoto verso di me divorarmi. Avevo superato il bullismo, l'abbandono di amici e la solitudine, ma lei... di lei non riuscivo a farmene una ragione.

    Ad un certo punto realizzai che forse stringere i denti e non dormire non era l'idea migliore e mi decisi a reagire. Rivolsi gli ovvi istinti di auto-distruzione in un qualcosa che rilascia endorfine felici: iniziai a forgiare il mio corpo. Sbarra, corsa, qualsiasi cosa mi spompasse fin quasi a svenire. Provavo piacere in quel modo animale di sfogarmi. Consultai una psicologa e fra una chiacchierata e l'altra venne fuori che per la psicologa dovevo solo imparare ad accontentarmi. La mandai al diavolo. Accontentarmi? Ma stiamo scherzando?
    A quel punto iniziai ad approfondire la magia, l'alchimia e iniziai a trovare una soluzione, un quadro completo. Attraverso lo studio (e badate, lo studio, NON l'applicazione) di quelle discipline mutai la mia visione del mondo e di me.
    Capii che avevo perso una metà di me in lei, certo, ma allo stesso tempo avevo trovato l'altra metà.
    Non è stato facile e non è stato semplice. Ho sputato sangue, mi sono risollevato sulle mie nocche e ho strisciato sui gomiti quando necessario.
    A quattro anni di distanza non ho un fisico scolpito perché mi alleno pochissimo, ma in compenso la mia mente è lucida e la mia forza di volontà innegabile. Il sentimento che pensavo non si sarebbe affievolito mai l'ha fatto permettendomi di capire che la "lei" che tanto pensavo di capire non era che un'immagine della mia mente. Uno spettro che sarebbe rimasto, sì, ma solo come memento. Come motivazione a non cedere nei miei obiettivi.
    Ora, a dirla tutta, vorrei incontrare quella persona solo per porgerle il mio simpatico dito medio.
    La forza di reagire l'ho trovata dentro di me, in quello che l'alchimia chiama "drago" e che per varie vicissitudini ho sempre conosciuto, ma che ho accettato solo da quel momento in poi. Per semplificare diciamo che è il "ponte" fra l'inconscio e il conscio. Nietzche lo chiamava "la morte di Dio", nel caso di Socrate era il "Demone" e così via, ma il succo è sempre quello: ho accettato e integrato il mio lato nero. Non è stato e non è un processo indolore : immaginate di avvertire pulsioni auto-distruttive e istinti omicidi a sbalzi, di portarvi dentro qualcosa capace di ottenere cose allucinanti. E di domarlo continuamente. Nel tempo io ho finito per assomigliare un po' di più a quel lato di me e lui per assomigliare a me, col risultato che inconscio e conscio ormai hanno un perenne ponte fra di loro.
    Lo so, può sembrare arrogante da parte mia, ma in tutta onestà ritengo che accettarsi sia l'atto più importante per una mente sana. Evocare il proprio lato nero, affrontarlo e vincerlo, è un atto rischioso che però permette di liberare il proprio vero io, uno che sia completamente scevro dalle influenze altrui e che sia prova di un vero atto maieutico.
    Il risultato? A distanza di quattro anni posso stare benissimo da solo e di recente ho anche iniziato a frequentare una certa signorinella riprovando certi sentimenti che credevo sopiti...
    .. ma sopratutto credo di poter dire fieramente di poter contare su me stesso.

    Credo che il passaggio fondamentale che devi fare sia questo Vero, devi capire che nessuno è realmente indispensabile nella tua vita a parte te. Non esiste un principe azzurro che può salvarti, esiste chi ti da una mano nel salvarti da te. Mi viene in mente una scena del mio manga preferito: ad un certo punto una ragazza di nome Caska sta per venire violentata da un nobile. Un bandito si immette nelle conversazione e ferisce il nobile, lanciando poi una spada nel mezzo. Dopodiché il bandito dice "Se vuoi lottare per la tua libertà devi prendertela". I due lottano per la spada e alla fine la ragazza uccide il nobile. Il bandito le fa abbassare la lama, le mette una coperta intorno e le sorride "Ti sei salvata da sola - le dice- e questa è una cosa che ti rimarrà per sempre".
    Giustamente la ragazza risponde "la spada e la coperta però me le hai date tu".
    Ma il succo è la frase prima. Gli altri possono tenderti la mano, ma non potranno mai essere certezze, in quanto persone dotate di volontà tutto può succedere. Sei tu, e soltanto tu, che puoi salvarti bastandoti a te stessa :*
     
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    Ci hai perso la notte a scrivermi questo papiro? :D
    Scherzo, grazie per aver condiviso con me/noi la tua esperienza e pensiero ^_^

    In realtà razionalmente io so benissimo che non posso fare affidamento su altri oltre che me, che posso salvarmi solo da sola e quant'altro.. Però poi a volte emotivamente il vuoto si sente. E ribadisco che non è solo la conseguenza di una storia d'amore finita :/

    In ogni caso farò tesoro di ogni vostra singola parola ^^
     
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  4. chicco1@
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    anche io come Vero farò tesoro di ogni parola grazie ..
     
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    Il Senzacuore

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    Ehehehe grazie mille Chicco ;=)

    Comunque Vero, il vuoto lo sentivo da quando avevo sei anni ed è vero che mio padre non c'è mai stato, ma nel mio caso credo fosse qualcosa di più profondo.. è un mistero che non riesco ad affrontare. Ho riflettuto molto sulla reincarnazione e affini e alla fine sono giunto a una spiegazione simile: non la stessa, ma simile.
    L'origine di tutti gli elementi, dopotutto, è nel vuoto secondo lo Zen; mica patacche :P
     
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  6. chicco1@
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    a me mio padre è morto, ma mia madre l 'hanno messa nella casa di riposo il 13 maggio fa un anno -.-'' ho solo il gatto con cui parlare e non so se mi capisce :(
     
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    CITAZIONE (chicco1@ @ 11/1/2016, 11:28) 
    a me mio padre è morto, ma mia madre l 'hanno messa nella casa di riposo il 13 maggio fa un anno -.-'' ho solo il gatto con cui parlare e non so se mi capisce :(

    Per quanto gli animali siano una fonte di amore e compagnia fantastica, non hai solo il gatto ^_^ ci siamo noi ed hai anche qualche amico con cui passare del tempo dal vivo per fortuna :) gli amici sono preziosi!
     
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  8. chicco1@
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    CITAZIONE (>Veronica< @ 11/1/2016, 11:33) 
    CITAZIONE (chicco1@ @ 11/1/2016, 11:28) 
    a me mio padre è morto, ma mia madre l 'hanno messa nella casa di riposo il 13 maggio fa un anno -.-'' ho solo il gatto con cui parlare e non so se mi capisce :(

    Per quanto gli animali siano una fonte di amore e compagnia fantastica, non hai solo il gatto ^_^ ci siamo noi ed hai anche qualche amico con cui passare del tempo dal vivo per fortuna :) gli amici sono preziosi!

    Grazie Vero sei un AMORE ..ma non voglio darvi sempre fastidio
     
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    ma che fastidio, siamo qui apposta ^^
    NOI è una grande famiglia :yes:
     
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  10. chicco1@
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    Grazie ^.^
     
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    Ho voluto trovare un po' di tempo per leggere il tutto prima di rispondere...
    Intanto ti mando un grande abbraccio, mi dispiace che, anche se non a livelli gravi, la situazione sia questa...
    No, non penso che la soluzione sia il non "affidarsi agli altri"... Siamo cmq esseri socievoli e il chiudersi agli altri non mi pare la soluzione adatta...
    Mi è però difficile darti un'opinione o semplicemente un consiglio...
    Tu sei in effetti una persona molto indipendente e forte sotto tanti punti di vista quindi come anche gli altri hanno detto non dipende certo da quello... Non ti affidi completamente agli altri nelle decisioni o nel gestire la tua vita... Prima di tutto dovresti capire forse da cosa è derivato... Tutti abbiamo "paura" della solitudine, di restare soli, di essere "traditi" o lasciati soli da chi ci sta vicino ma questo non deve impedire le nostre normali abitudini o impedire di relazionarci con gli altri...
     
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    Grazie Cla :*
    In effetti si, bisogna partire dall'origine che credo di conoscere anche ma questo non mi aiuta ad essere più forte quando c'è da riuscire a fare a meno di chi fa facilmente a meno di me.. In un certo senso però sento di star facendo un percorso mio, interno :)
     
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  13. chicco1@
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    carissima che dolce che sei :star: :wub:
     
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    molto saggio

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    Quello però penso faccia male un po' a tutti... Nel senso, non è piacevole per nessuno vedere che l'altra persona fa a meno di noi...
    Vedrai che analizzando le cose piano piano andrà meglio, te lo auguro davvero! ^^
     
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    Infatti fa molto male.. ma ho davvero bisogno di chi rinuncia a me con facilità? Anche se poi puntualmente, proprio quando lo sto superando.. tornano? -___-
     
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32 replies since 10/1/2016, 19:05   275 views
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